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"I buu al mio compagno? Mi dispiace, ma in Italia il razzismo è un problema"

Il terzino della Viola che domani sfida il Milan: «Se un giocatore lasciasse il campo lo capirei...»

"I buu al mio compagno? Mi dispiace, ma in Italia il razzismo è un problema"

Firenze Pol Lirola, un catalano a Firenze dove «spero di restare molti anni», con le idee molto chiare in campo, «a Milano vogliamo confermarci dopo la vittoria sulla Samp» e fuori: «Non mi meraviglierei se un calciatore abbandonasse il campo dopo i cori razzisti perché il problema in Italia c'è». A lui è capitato di recente, durante la sfida con l'Atalanta a Parma.

Come è andata?

«Dalbert si è avvicinato a me e mi ha detto che lo stavano insultando con frasi razziste. Poi è andato dall'arbitro che ha capito tutto e ha invitato lo speaker a fare l'annuncio».

Lei cosa ha pensato?

«Che se nel 2019 siamo a commentare queste cose siamo messi male Certo, sono una minoranza quelli che si macchiano di questa vergogna, ma il fatto esiste».

Il calcio può fare di più?

«Mi ricordo che nella stagione scorsa giocammo col Sassuolo contro l'Inter a San Siro a porte chiuse. C'erano solo bambini e fu bello vederli. Quelli che sbagliano devono essere messi fuori dai nostri stadi, punto e basta».

In Spagna avete questi problemi?

«Direi di no, da tanto non ne sento parlare. In Italia purtroppo le cose vanno un po' peggio. Qualche settimana fa è accaduta una cosa simile a Cagliari con Lukaku».

Se vedesse un suo compagno abbandonare il campo si meraviglierebbe?

«No, al contrario lo capirei».

Domani tornerà a San Siro con la maglia viola

«Ce la giocheremo col Milan, così come abbiamo fatto fino ad oggi con Napoli, Juve e Atalanta. Vogliamo dare continuità alla bella vittoria con la Samp».

Un evento: la Fiorentina non vinceva dal 17 febbraio

«Tre punti che ci hanno dato fiducia per tutto il lavoro che facciamo, ma avremmo potuto e meritato di vincere anche prima. È arrivato il momento di risalire la classifica».

Lei è catalano: integralista o moderato?

«Sono fiero di esserlo, mi sento però anche spagnolo. Sono moderato».

Come è andata la sua storia con la Juventus?

«Arrivai nel 2015 e andai in Primavera. In totale sono rimasto un anno e mezzo: con me c'erano Audero, Favilli, Romagna e un giovane Kean».

Rimpianti?

«Nessuno, sono andato al Sassuolo che poi mi ha comprato e lì sono cresciuto. Ora c'è Firenze, una tappa importantissima della mia carriera: spero di restare qui per tanti anni».

La serie A dal 2015 ad oggi è cambiata?

«In meglio. Sono arrivati calciatori di spessore che l'hanno arricchita tecnicamente».

Tipo Ribery

«Lui è un top in tutto e sinceramente non mi aspettavo fosse così. Ci aiuta, regala consigli, corre tantissimo e soprattutto con grande umiltà nonostante abbia vinto tutto».

A lei che dice?

«Si raccomanda di passare il pallone sempre forte anche se siamo vicini».

Chiesa è un altro diamante di Montella.

«Sappiamo tutti quanto valga e se adesso comincia a segnare con continuità diventa devastante».

Obiettivi personali?

«Fare una grande stagione con la Fiorentina, se ci assestiamo possiamo andare lontano, e conquistare la Nazionale».

Per lo scudetto chi vota?

«La Juventus resta la candidata più accreditata».

Chiudiamo con il presidente: chi è Rocco Commisso?

«Lui e la sua famiglia sono persone bravissime, ci stanno sempre vicini con simpatia.

Ci danno una grande carica».

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