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I primi mondiali del dopo Bolt a 40 gradi per i soldi

Al via la rassegna nella fornace di Doha: cercansi stelle per raccogliere l'eredità del giamaicano

I primi mondiali del dopo Bolt a 40 gradi per i soldi

Portare acqua alle maratonete che nella notte sulle strade infuocate di Doha si giocheranno le prime medaglie del diciassettesimo campionato mondiale di atletica. Partenza a mezzanotte (22.59 italiane), le italiane Epis e Dossena nella corsa delle africane. Tutti cercheranno il grande albero che dà il nome alla capitale del Qatar, in molti tenteremo di scoprire se dopo Bolt avremo altri re pescatori da amare e invidiare come sogna il riconfermato presidente della Iaaf, sir Sebastian Coe, uno dei grandissimi in pista e fuori.

L'Italia risvegliata da una bella coppa Europa bussa alla porta dei grandi emiri e spera di avere almeno 20 finalisti, magari anche un paio di medaglie. Le basi per guardare con ottimismo ai Giochi di Tokyo, anche se queste immersioni nel caldo umido stravolgono tutto. Lo sanno i ciclisti che hanno fatto il mondiale a Doha tre anni fa, lo scoprirà la grande atletica, chiedendo scusa a maratoneti e marciatori che attraverseranno l'inferno, cercando di capire l'effetto che fa gareggiare dentro uno stadio dove tremila bocchettoni di aria condizionata terranno la temperatura ambiente fra i 24 e 26 gradi, mentre fuori ce ne saranno almeno 40.

Sacrificio per trovare dobloni e medaglie. Lo sport, ormai ragiona così, e le sue Olimpia le cerca dove pagano meglio.

Potrebbero essere anche mondiali bellissimi fuori stagione, ad ottobre, di solito, l'atletica pensa alle campestri, perché i campioni non mancano e personalmente aspetteremo con ansia la finale dei 400 ostacoli per capire se un norvegese, il grande Warholm, potrà sconvolgere l'elenco primati battendo Benjamin e il qatariota Samba fermo tutta la stagione.

Chiedono un udienza agli dei campioni come Echevarria (lungo), Hassan (mezzofondo), gli astisti e i crociati delle prove multiple, Coleman, Fraser, Lyles, re delle velocità e proprio qui speriamo di trovare almeno in finale Filippo Tortu che oggi entra in scena, insieme a Jacobs nelle batterie dei 100 metri alle cinque della sera nella fornace del Golfo Persico. Entrare fra i migliori 24 non dovrebbe essere difficile anche i nostri velocisti vengono da problemi muscolari. La finale come premio massimo. Stapperemmo spumante

Oggi 10 italiani nell'arena, oltre alle due maratonete, in una spedizione allargata a 65 atleti visto che ieri il 66°, il veterano della marcia Rubino, bronzo ai mondiali di Berlino del 2009, ha dovuto rinunciare per problemi al bicipite femorale.

Detto dei velocisti attenzione massima alle saltatrici in alto Trost e Vallortigara che in passato ci facevano sognare voli a 2 metri, ma oggi soffriranno per trovare l'1.

94 della qualificazione, la stessa che auguriamo a Yermen Crippa, portabandiera della nuova generazione, sui 5000.

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