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Iella Napoli, giù dalla cattedra al 93'

Due volte in vantaggio con Insigne e Mertens, ma a tempo scaduto capolavoro di Di Maria

Iella Napoli, giù dalla cattedra al 93'

Davide Pisoni

È un Napoli che torna a testa alta, altissima da Parigi. Solo un gioiello di Di Maria nega alla squadra di Ancelotti di fare l'impresa, che avrebbe ampiamente meritato. Ma dopo la vittoria con il Liverpool, il pari in casa del Psg ribalta le previsioni del sorteggio che davano il Napoli spacciato. Al giro di boa del girone, la squadra di Carlo Ancelotti è in piena corsa per gli ottavi. Certo, resta l'amarezza di questo pareggio dopo essere andati due volte in vantaggio in casa di una delle presunte candidate alla vittoria finale, grazie a Insigne e Mertens. Rimpianti aumentati dal fatto che per oltre 90' Ospina si era dovuto arrendere solo all'autogol di Mario Rui.

Comunque per Ancelotti stavolta Parigi non è fatale perché qui aveva perso la panchina del Bayern Monaco l'anno scorso, dopo che in Francia aveva vinto col Psg di Ibra e Verratti. Stavolta è tutta un'altra storia, l'aveva spiegato lo stesso Carletto alla vigilia: «Adesso sento la fiducia di tutti». E soprattutto i giocatori lo seguono senza indugi. Il primo tempo, se possibile, è ancora più convincente di quello della Juventus all'Old Trafford contro il Manchester United. Perché il Napoli non ha soggezione del terribile trio Neymar-Cavani-Mbappè che viaggia alla media di tre gol partita. Ma lo spauracchio dura un quarto d'ora: una girata di Cavani, che potrebbe tornare a Napoli, azzoppa Neymar, un altro paio di conclusioni dell'ex napoletano.

Poi sale in cattedra il Napoli, che mette paura con una traversa clamorosa di Mertens su tocco volante. È l'antipasto del vantaggio: un'azione splendida rifinita da Callejon con un tracciante che taglia difesa francese e Insigne conclude in gol con un delizioso pallonetto: bis per l'azzurro dopo la rete al Liverpool. Psg alle corde che rischia di capitolare ancora con Insigne che semina il panico nella arrabattata difesa francese, orfana di Thiago Silva. La reazione della formazione di Tuchel è in un tiro di Mbappè che centra Ospina. Ma a impressionare è la differenza di organizzazione tra le due squadre, con il Napoli padrone e bravo nell'aggredire trascinato dall'inesauribile Allan e dalla qualità di Ruiz. Neymar che per la prima volta passa la palla a Cavani in questa Champions, ma soprattutto è in una di quelle giornate in cui è irritante quanto presuntuoso, magari anche distratto dal possibile addio a Parigi e dalla fine del rapporto con la fidanzata.

Ancelotti ripropone la difesa che ha stoppato il Liverpool, con Maksimovic a destra e bloccato per un assetto che varia da tre a quattro. Invece il Psg dà un'impressione di approssimazione generale sia nel portare il pressing che nella manovra. Tuchel dopo un primo tempo da dimenticare è obbligato a inventare qualcosa. La mossa è la difesa a tre, mentre il Napoli perde Insigne (dentro Zielinski) quando i francesi si sono già piazzati nella metà campo azzurra. Ancelotti deve soffrire, ma è soprattutto sfortunato quando scade l'ora di gioco perché su un cross innocuo di Meunier, Mario Rui infila la sua porta. La forza del Napoli è di non scomporsi. E dopo essere stato sfortunato è fortunato: Mertens approfitta di una carambola sul tiro di Ruiz per riportare avanti i suoi. Il Psg è in ginocchio, dopo Cavani esce anche un appannato Verratti, Neymar ci prova su punizione, ma l'angolino lo indovina Di Maria.

È una beffa, ma questo Napoli è grande.

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