Calcio

Milan, manca il gioco

Ieri Ibra all'allenamento. A Pioli si chiede un derby d'orgoglio per chiudere i suoi 5 anni. È festival sui sostituti: da Lopetegui a Fonseca e Conte, che però...

Milan, manca il gioco

Ascolta ora: "Milan, manca il gioco"

Milan, manca il gioco

00:00 / 00:00
100 %

Milano - L'eclissi improvvisa del Milan preoccupa, in queste ore, più della ricerca del sostituto di Stefano Pioli. Perché, questo è il punto, passare attraverso un altro derby con la sesta sconfitta consecutiva lunedì notte, lo scudetto assegnato in diretta all'Inter, sarebbe l'epilogo dannato a una stagione dalle dimensioni sciagurate per l'umore dei tifosi, il credito della proprietà e la fiducia nelle mosse successive. La presenza, ieri a Milanello, di Ibrahimovic e Furlani ne è plastica testimonianza: nessuna dichiarazione ma una gran voglia di riportare quel pizzico di fiducia indispensabile per evitare un altro pesante ko. Il problema più evidente è che, all'improvviso, si è spenta la luce nel Milan e non c'è nessuno in grado di fornire una spiegazione convincente sul fenomeno. Di certo con la paura si può preparare solo un derby di sofferenza che ricorda quello perso nel 2023 con l'inedito schieramento difensivo a tre (0 a 1) senza nessuna chance di rimontare il passivo. Ed è un terrore talmente realistico da provocare, nel frattempo, sulla scelta del dopo Pioli una lista talmente lunga da risultare poco credibile alimentando il dibattito sui social.

Da giorni, alla ribalta, è salita la candidatura di Lopetegui, basco (sponsorizzato dal suo agente Jorge Mendes) che ha un curriculum con qualche luce (Spagna under 19, Siviglia finale Europa league vinta contro l'Inter di Conte) e molte ombre (Porto e Real Madrid) così da raccogliere il più basso consenso elettorale in un sondaggio. Dietro Lopetegui in fila indiana concorrono molti stranieri, da Fonseca a Van Bommel mentre l'unico italiano, disponibile, Antonio Conte, graditissimo alla piazza, subisce gli effetti di un curioso vade retro giustificato non certo dalle doti professionali ma dagli spigoli caratteriali. Nel frattempo tutte le attenzioni della commissione incaricata di decidere (Cardinale dopo aver sentito Ibra, Moncada e Furlani), sono concentrate sul derby e sullo stesso Stefano Pioli al quale si chiede di chiudere i suoi 5 anni di Milan con una prova meno disarmante di quella di giovedì scorso a Roma. Il problema è che gli interpreti, con l'eccezione di qualche pedina, saranno praticamente gli stessi e che il loro stato d'animo oltre all'autostima, è finito sotto terra. Ed è proprio questo il rischio che si assumono a casa Milan qualora dovessero annunciare una scelta fin qui circolata sui media con le solite caratteristiche, capace di lavorare con i giovani, che non abbia grilli per la testa sul mercato e che provenga da esperienze straniere.

Trascurando un paio di fattori decisivi per la prossima stagione: il ritiro pre-campionato comincerà prima della fine dell'europeo, il raduno sarà a tappe e a blocchi, di qui l'esigenza di avere alla guida del team un allenatore che conosca bene il calcio italiano.

Commenti