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Inter, quella festa (comunque) a metà

Battere l'Empoli per il 4º posto e poi fare i conti. E la Curva minaccia

Inter, quella festa (comunque) a metà

Ci mancava un Icardi che dà i numeri, e una curva tifosa che distribuisce l'ultimatum. Ci fosse anche una società che reagisce e una squadra che sa vincere, forse tutto finirebbe nel comune senso del ridicolo. Invece questo finisce per essere il senso comune di una stagione ridicola.

Gli antenati, a cominciare da Angelo Moratti e Peppino Prisco, dell'Inter che si fece grande club e grande squadra avrebbero raccapriccio nel pensare che tutto si riduce ad una partita contro una squadra in odor di retrocessione per finire quarti (finissero terzi non sarebbe diverso) e per occupare un posto in Champions league, come se avessero vinto davvero una coppa. C'era una volta... ovvero quando Moratti (Massimo) rimproverava giocatori esultanti per aver vinto un match come fosse la finale di coppa Campioni. Ma che fate? Datevi una regolata! Faceva sapere l'allora presidente. Poi lui, magari, esultava come un ultras ma i giocatori dovevano avere il senso delle proporzioni. Oggi si è smarrito anche il senso dell'Inter: perché esiste? E dove deve stare. Basta un posticino in Champions e tutti felici. L'anno scorso la ingloriosa brigata se l'è cavata con un gran finale contro la Lazio e tutti quanti convinti di essere già in rampa per un brillante futuro. Ma chi ha gli onori ne porta i pesi e l'Inter si è fatta schiacciare: buttata l'occasione per battersi con la Juve, ma pure con il Napoli, falliti tutti gli appuntamenti tranne i derby con il Milan e buttato via anche un comodo terzo posto. Ed ora il drammone per vincere almeno l'ultima partita. Ieri Icardi ha regalato la statistica dei suoi numeri nerazzurri per illustrare la bontà calcistica. Forse non ricorda di essersi ammutinato: difficile dire chi abbia combinato più danni fra lui, in poltrona, e i compagni (seppur scarsini) in campo. Poi, certo, mettiamoci un tecnico che parla e ti fa venire mal di testa, giocatori che hanno mal di testa appena devono giocare miglior calcio: difficile uscirne con sogni e segni di gloria.

Va detto che i più realisti sono proprio i tifosi: sanno che c'è poco sotto le maglie. Anzi, sono stati i migliori in campo visti gli incassi della stagione. Poi, certo, gli ultras pretendono di farla da padroni mettendo l'aut aut ai giocatori. Invece ognuno dovrebbe restare alla licenza di critica e di fischio.

Però questo finale di stagione ha un pregio: non smentisce la storia dell'Inter, capace di sorprenderti oltre l'umano pensiero.

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