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Inter-Juve, corsi e ricorsi da Ronaldo fino ad Allegri

E ora i nerazzurri possono chiudere la serie record di scudetti, iniziata grazie a un derby vinto contro Max

Inter-Juve, corsi e ricorsi da Ronaldo fino ad Allegri

Dall'Inter all'Inter. Dove tutto è cominciato, adesso si può concludere. La grande nemica che ha aperto il ciclo straordinario dei sei scudetti, può mettere fine all'era da record della Signora. È un cerchio che si chiude. Il sei maggio di sei anni fa vincendo il derby contro il Milan 4-2, tripletta di Milito e gol di Maicon a disinnescare la doppietta di Ibrahimovic, la squadra di Andrea Stramaccioni consegnò il titolo con una giornata di anticipo alla Juventus, che festeggiò sul neutro di Trieste battendo il Cagliari e volando a più quattro. Sabato sera, sei anni dopo, l'Inter può sistemare la sua coscienza, scucendo il triangolo tricolore dalle maglie bianconere, già sfilacciato dalla testata di Koulibaly. Nei corsi e ricorsi c'è un nome: Massimiliano Allegri. L'attuale tecnico della Juventus e allora, cioè sei anni fa, sulla panchina del Milan. Stesso palcoscenico, stessa identica situazione: in trasferta allora (giocava in «casa» l'Inter), come sabato.

E anche sei anni fa Allegri perse uno scudetto per molti versi incredibile con il Milan campione d'Italia in carica, e oggi non centrare il settimo con la Signora lo sarebbe altrettanto, anzi di più. Non solo perché negli ultimi centottanta minuti Buffon e compagni sono passati da un possibile più nove sul Napoli a un misero punticino di vantaggio in classifica. Ma anche perché sulla carta a inizio stagione la Juventus non doveva avere rivali, consolidata ulteriormente da un mercato estivo che sembrava aver colmato eventuali lacune e rinforzato i campioni d'Italia.

Invece la sfida di sabato in casa dell'Inter è diventata all'improvviso decisiva. La Juve non può più sbagliare, ma di fronte ci sarà la squadra di Spalletti che a sua volta vuole i tre punti per tenere aperta la rincorsa alla Champions, di fondamentale importanza per le casse del club.

In più a spingere il popolo nerazzurro c'è una ricorrenza speciale. Perché proprio oggi ricorrono i venti anni del famoso Juventus-Inter del contatto Ronaldo-Iuliano. Una ferita mai cicatrizzata per gli interisti, la riprova poche settimane fa quando il Fenomeno alla festa per i 110 anni del club interista ha attaccato: «L'Inter combatteva contro un sistema corrotto». E per esorcizzare quel 26 aprile 1998 che nella memoria nerazzurra è il giorno dello scandalo, non ci sarebbe niente di meglio che dare sabato sera il colpo di grazia alla Signora e servire al Napoli l'occasione per il sorpasso probabilmente decisivo, il giorno dopo a Firenze. Sarebbe solo un effetto collaterale gradito perché i tre punti sarebbero fondamentali prima di tutto per se stessi, per non perdere terreno da Roma e Lazio nella corsa agli ultimi due posti che qualificano alla prossima edizione della Champions League.

Spalletti a inizio settimana ha mandato subito un messaggio chiaro al popolo interista: «Io spero che i tifosi dell'Inter vangano allo stadio per spingere la nostra vittoria in funzione del nostro obiettivo e non per tifare contro la Juve. Questo deve essere il modo di ragionare di tutto l'ambiente». In una partita che non è mai stata amichevole, non c'è nemmeno da prendere in considerazione il pareggio che di fatto allontanerebbe dai rispettivi obiettivi le due squadre. L'Inter in una notte si può prendere tutto con gli interessi: togliere alla Signora lo scudetto che le aveva consegnato sei anni fa e così archiviare il ventennale di Iuliano-Ronaldo e soprattutto piazzare uno scatto Champions.

E l'ultimo è il più importante.

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