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Inter, ripartire o sprofondare

Sfida tra deluse in Europa. Pioli punta su Icardi per i tre punti

Matteo Basile

Il piatto piange. E allora la partita col Sassuolo, all'ora di pranzo, diventa uno snodo decisivo. Sbranarlo e rilanciarsi, perdere (o anche pareggiare) per rimanere invischiati in quel limbo senza arte né parte. Mai l'Inter in questa stagione ha vinto tre partite di fila. Il successo in trasferta manca dall'ormai lontano 21 settembre. I nuovi proprietari cinesi sbuffano e lamentano mancanza di risultati. Dopo l'eliminazione dall'Europa League non ci sono distrazioni a eccezione del campionato. Insomma, per Pioli e i suoi è un momento chiave e le chiacchiere stanno a zero.

Se da una parte un Sassuolo in spirale negativa e con l'infermeria zeppa può sembrare l'avversario ideale per tentare il rilancio, dall'altra sottovalutare la trasferta di Reggio Emilia sarebbe un errore gravissimo. Lo dicono i precedenti: Inter vittoriosa con un fragoroso 7 a 0 nel 2013-2014 e poi sempre sconfitta. Lo dice la storia recente, con la banda De Boer-Pioli abituata a volare sulle montagne russe, alternando picchi (pochi) a crolli clamorosi.

C'è poi il ricordo fresco di due stagioni fa. Era il primo febbraio del 2015, i nerazzurri ne beccano tre dal Sassuolo e la curva interista contesta duramente. Icardi prova a mediare, lancia la maglia ai tifosi ma gli viene «restituita». Polemiche, insulti e un capitolo dell'autobiografia molto romanzato e poco apprezzato. L'argentino sarà anche oggi al centro dell'attacco, supportato da Candreva, Perisic e Joao Mario.

Polemiche o meno, crisi oppure rilancio, molto (se non tutto) passa dai suoi piedi.

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