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Inter sempre più a picco De Boer appeso al Toro

A Bergamo terzo ko di fila in campionato Il turno ravvicinato evita l'esonero al tecnico

Inter sempre più a picco De Boer appeso al Toro

Adesso l'Inter di Frank de Boer e di Suning si è infilata in un vicolo cieco. Terza sconfitta consecutiva, la miseria di 11 punti collezionati in 9 turni, posizione in classifica più vicina alla zona retrocessione che alla Champions league. A cacciarvela è stato un vecchio, spietato rivale, Giampiero Gasperini, diventato una sorta di tabù per i neroazzurri dal giorno in cui, frettolosamente, fu messo alla porta dopo appena tre turni. Gasperini è diventato la maledizione dell'Inter: quattro volte l'ha incrociata, tre volte a Marassi col Genoa e ieri a Bergamo con l'Atalanta, e quattro volte l'ha castigata. Al netto del sortilegio, il successo dei bergamaschi è apparso oltre che meritato, legittimato da un calcio molto aggressivo, rappresentato dal dominio di Kessie e soci a centrocampo e sulle piste laterali dove la sofferenza interista è apparsa evidente, specie nella prima frazione.

A decidere la sconfitta, maturata a pochi minuti dalla sirena, è stato il solito errore del singolo, l'ingenuità clamorosa di Santon, autore fino a quello snodo di una buona prova: ha pedinato Kessie in area e a un certo punto gli è piombato tra i piedi provocando l'inevitabile rigore trasformato da Pinilla e sfiorato da Handanovic. Per completezza d'informazione e di cronaca va segnalato, durante il recupero finale, anche un fischio sbagliato di Doveri che ha trasformato in un fallo di Icardi un'uscita spericolata di Berisha che ha lasciato palla sul posto consentendo al capitano neroazzurro di metterla comodamente in porta. Da Icardi è arrivata una protesta garbata, segno anche quello di uno stato di smarrimento collettivo. Nei giorni difficili, anche gli episodi e qualche sfondone arbitrale, possono voltare le spalle specie all'algido olandese arrivato da Amsterdam per raccogliere una scomoda eredità e finito fin dal debutto col Chievo al centro del mirino della critica.

L'Inter, come spesso è accaduto, ha regalato un tempo all'Atalanta che ha dominato in lungo e in largo, troppo comodamente, come ha ammesso lo stesso Gasperini, per non pensare a demeriti evidenti dell'antagonista oltre che alla corsa e al pressing feroce degli atalantini. In quella frazione Masiello (bruciando Medel sul secondo palo) ha fatto centro e moltiplicato le angosce del tecnico la cui panchina è sempre più in bilico. Nella ripresa, ascoltata l'intemerata di de Boer, l'Inter è entrata finalmente in partita. Con Eder (missile dalla distanza su punizione toccata) ha scalato la montagna, raggiunto il pari e sfiorato, con Joao Mario, il clamoroso ribaltone. Nei cambi il tecnico olandese è stato inattaccabile: Nagatomo fuori per manifesta inferiorità nei confronti del Papu Gomez, stesso destino per Brozovic rimasto senza un guizzo, il ko muscolare di Eder ha reso indispensabile il ricorso allo spolpato Candreva. Adesso può cominciare il conto alla rovescia per De Boer: mercoledì c'è il Toro di Sinisa Mihajlovic a San Siro, domenica il viaggio a Genova contro la Samp mentre sono in arrivo il figlio dell'azionista e il presidente in uscita Erik Thohir. Toccherà a loro l'estrema decisione con una lista di alternative (Pioli, Guidolin, Leonardo e Bielsa) troppo lunga per essere autentica.

Anche qui ecco può emergere il primo corto circuito dell'Inter cinese: avere la testa a Pechino e il corpaccione ad Appiano non è il massimo dell'efficienza.

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