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Inter, solo Leonardo ha le idee chiare E infatti non è nel club

Leo sembra tirarsi fuori ma dà un ultimatum: «Non io quello giusto». Poi elenca cosa serve

Inter, solo Leonardo  ha le idee chiare E infatti non è nel club

Il fronte italiano da una parte, che preme per il normalizzatore Pioli al fine di ridare stabilità all'ambiente. Quello asiatico dall'altra, con il re dei traghettatori Hiddink candidato alla panchina. Tra i due Leonardo, che sembra rinunciare al sogno di tornare in panchina ma, di fatto, in contemporanea lancia un ultimatum alla dirigenza asiatica ribadendo con eleganza la disponibilità per un posto a metà tra campo e scrivania.

La guerra civile in casa Inter è appena iniziata ma avrà anche vita molto breve: perché domani a Milano arriverà il gruppo Suning con Jun Ren per mettere subito in chiaro le cose. Chi comanda è chi mette i soldi. Punto. D'altronde Suning ha già fatto bella mostra dei suoi muscoli quando, assieme alla comunicazione del nuovo viaggio in Italia, era arrivato martedì mattina anche lo stop alla soluzione Pioli: perché i cinesi volevano riflettere e parlare di persona con i candidati. L'unica cosa su cui c'è intesa da entrambe le parti è il nome per il 2017, con Simeone in pole e Bielsa subito dietro. La candidatura forte in casa Suning è quella di Guus Hiddink, che ha già dimostrato di sapersi adattare perfettamente nel ruolo di traghettatore in tre circostanze (una al Betis e due al Chelsea). Ma è chiaro che arrivare ad un allenatore diverso da Pioli metterebbe in imbarazzo la dirigenza italiana: già scavalcata in estate, sarebbe un ulteriore smacco difficile da digerire soprattutto alla luce del fatto che, a giugno, scadranno i contratti dell'ad inglese Michael Bolingborke, persona legata ad Erik Thohir, del direttore sportivo Piero Ausilio e del direttore generale Giovanni Gardini.

Tutti in bilico, dunque; proprio mentre Leonardo prima si defila dal ruolo di traghettatore («Non penso di essere il profilo ideale»), salvo poi porgere un garbato ultimatum alla società nerazzurra ma alle sue condizioni: «La situazione non è semplice, essendo partita male esordisce prima di scegliere un nuovo allenatore si deve rivedere tutto quello che sta succedendo e come organizzarsi. Chi deve prendere le decisioni, come si deve fare: questo è quello che va rivisto prima di chiamare il nuovo allenatore. C'è una serie di situazioni da rivedere per poi fare la scelta».

Una persona diversa dal normale tecnico. Se Suning opterà per una figura tradizionale, di certo questa non potrà essere Leonardo: «Ma il profilo ideale è quello che guida dopo che la società si organizza prosegue ancora il brasiliano, che fa giustamente le pulci ad una società in piena crisi d'identità i club devono creare un board e la nuova proprietà dell'Inter deve fare questo. Individuare la persona che decide verificandone la conoscenza del luogo, e da lì far partire la macchina decisoria». Un ruolo che si adatta alle caratteristiche di Leonardo, come un vestito cucito su misura: «Ma conta la fiducia, il proprietario deve sapere chi sei e che idee hai conclude io non conosco i proprietari e i cinesi, al di là degli investimenti, non sono preparati e nemmeno gli italiani forse sono preparati a ricevere i nuovi investitori... prendere un allenatore e vedere cosa succede è inutile». Il tutto mentre stasera l'Inter di Stefano Vecchi («è, vero, è una situazione molto strana quella che stiamo vivendo...

» gioca a Southampton una gara decisiva per la qualificazione in Europa League: ma questa è tutta un'altra storia.

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