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Inter a terra, ora rischia la Champions

Il Cagliari domina i nerazzurri, gol inutile di Lautaro. Marotta su Icardi: "Basta parlare"

Inter a terra, ora rischia la Champions

Vincere per blindare il terzo posto e tenere quanto più possibile a distanza Milan e Roma. La mission dell'Inter in terra sarda era chiara dopo il rocambolesco e polemico 3-3 con la Fiorentina ma è rimasta sulla carta. A Cagliari una squadra spenta e molle prende un'imbarcata dai sardi e ora la Champions League è tutt'altro che sicura come sembrava fino a poche settimane fa. Una disfatta per l'Inter, che perde meritatamente. Alla faccia della squadra che fa gruppo e supera le difficoltà.

Sullo sfondo ma sempre ben visibile infatti rimane il caso Icardi. Dopo settimane di silenzio, l'ennesimo autogol comunicativo dell'argentino. Finora la società aveva scelto il basso profilo, facendo presagire un un'apertura imminente, con la palla era tra i piedi di Maurito. E lui l'ha calciata malamente in tribuna. La sensazione, e anche qualcosa di più, è che la lettera sui social abbia fatto arrabbiare ancora di più la società tanto che Marotta, solitamente ben disposto ad affrontare anche i casi più spinosi, nel pre partita ha cercato di tagliare corto anche se alcune sue frasi lasciano intendere il fastidio. «Ricucire? Sono dinamiche interne, ce le gestiamo direttamente con l'interessato. Mi pare non ci sia da ricucire molto non essendo arrivati a una rottura. Non è una rottura questa», ha detto l'ad nerazzurro che poi lancia anche una frase sibillina. «Il calcio è uno sport di gruppo, non individuale. E tra società e allenatore si è creata presunta polemica ma siamo un tutt'uno, siamo molto uniti». Messaggio ai naviganti. Chi rema in una direzione opposta rispetto a quella indicata da società e allenatore non fa parte del progetto. Al di là delle dichiarazioni di facciata, la rottura c'è. Ma ricucire non spetta a nessun altro che all'argentino.

Intanto, nell'Inter che fatica, c'è un altro argentino, Lautaro, a guidare l'attacco come ormai abitudine. Ma l'avvio nerazzurro è pessimo. Grande fatica nel gestire il pallone e quindi a creare gioco anche perché Brozovic è fuori fase e tutta la squadra ne risente. Di contro il Cagliari gioca con grande veemenza e la mette sul piano fisico, sovrastando spesso i nerazzurri e facendo tanta, tantissima paura ogni volta che riesce a trovare lo spazio per un cross. Su uno di questi, una punizione dalla trequarti al 31' il Cagliari passa grazie a Ceppitelli, bravissimo a girare in rete il suggerimento di Cigarini. Cagliari in vantaggio e in controllo, Inter che sembra alle corde e senza idee. Ma alla prima vera occasione, Lautaro Martinez anticipa tutti sul primo palo dopo il cross di Nainggolan e trova il pari, quasi insperato. Già perché il Cagliari continua a giocare con facilità e al 43' ritrova il vantaggio. Srna centra per Pavoletti, girata al volo da applausi e Inter ancora a inseguire.

Non è un caso ma la logica conseguenza di quanto visto in campo. Il Cagliari è decisamente più tosto, più cattivo nei contrasti e con un ritmo a tratti asfissiante con tanto di pressing sistematico. Una situazione che per ovvi motivi fisici non può durare per tutti i 90 minuti e così piano piano l'Inter prende campo e ci prova con più concretezza, anche grazie a Borja Valero che prende il posto di Vecino e dà ordine. Proprio lo spagnolo sfiora il pari, prima che Lautaro colga il palo a 5' dalla fine. A tre dalla fine la mossa della disperazione di Spalletti: Ranocchia centravanti. Svolta? Nemmeno un po' perché proprio al novantesimo un disastroso Skriniar falcia Despodov in area. Rigore che Barella calcia alto e non chiude una gara di fatto già chiusa. Vince il Cagliari, piange l'Inter.

Anche se forse qualcuno, sul divano di casa sua a Milano, un pochino se la ride.

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