Sport

«Io, sulla Bentley, mi sento proprio una regina»

Dalle strade fashion al Golf, ma anche tra i ragazzi della periferia. I capolavori seducono tutti

Milano Per qualche ora mi sono sentita una regina. La regina Elisabetta. Ho guidato una Queen car, la Bentley New Continental GT Convertible, terza generazione della Granturismo, cabriolet a quattro posti realizzata a mano e più veloce al mondo, top speed 333 km orari e 5.950 di cilindrata.

Una leggenda dalla B alata con livrea Orange Flame, capote di tela color Beluga, rivestimenti trapuntati con 300mila cuciture, e una plancia, ricoperta da metri infiniti di legni pregiati, con effetti speciali. Premendo il pulsante di accensione ecco il primo, il Bentley Rotating Display: all'improvviso la radica del cruscotto ruota su se stessa e fa comparire magicamente un touchscreen da 12,3. Ma basta cliccare ancora perché il display giri di nuovo svelando termometro, bussola e cronometro analogici, per far assaporare la sensazione di trovarsi su un'automobile old style. Sarà la targa inglese, il colore o la silhouette maestosa di questa Bentley lunga 4.85 metri che sembrano non finire mai, ma a Milano non è facile passare inosservati mentre in 19 secondi l'abitacolo diventa open top e la tela si ripiega con movimenti acrobatici anche viaggiando a 50 km orari, se si tiene però sempre premuto un tasto nel tunnel centrale. Un viaggio open air quattro stagioni, perché se la capote della mia cabrio, non Bentley of course, io la apro con spavalderia anche se all'esterno fa freschino, qui si è avvolti da soffi di calore emanati da sedili, volante, braccioli e poggiatesta scaldacollo.

Un gioiello british con motore W12 da 6.0 litri e 635 cv e piattaforma Porsche Panamera, prezzo di partenza 192mila euro che con 53.370 euro di optional arriva a 245.370, oltre a 3.118 euro di messa in strada e trasporto in Italia dal quartier generale Bentley di Crewe. Ma il prezzo è come l'età, a una lady non si domanda mai. Dunque meglio metterla alla prova, lasciandoci incantare dal sound del motore che in modalità Sport è un'inaspettata colonna sonora. Troppo facile esibire una Bentley nel quadrilatero fashion di Milano che è già il suo mondo, meglio metterla alla prova giocando sui contrasti. Prima sul green del Golf Club Castello di Tolcinasco dove fa girare la testa ai golfisti pronti a interrompere le 18 buche per farsi raccontare le prestazioni di una supercar che in 3,7 sfreccia da 0 a 100, dotata di sospensioni pneumatiche per alzarla con un tasto e dominare buche e dossi e che fa scegliere tra venti posizioni dei sedili, anche con funzione massaggi.

Da non scendere mai. E poi l'abbiamo messa in posa nella scenografia surreale del centro Barrio's voluto da don Gino Rigoldi. Qui all'improvviso si materializzano i ragazzi di periferia. La fotografano, scattano selfie, la ammirano con reverenza e stupore, a dimostrazione che i capolavori seducono senza distinzione di classi sociali e generazioni. C'è tempo per un ultimo brivido. Parcheggiare nel garage sotterraneo di Bentley Milano. Dopo rampa in discesa, curva a gomito, zigzag tra colonne semibuie, aprendo la portiera ecco la B di Bentley proiettarsi sul pavimento. Per illuminare il passo e dirmi, purtroppo, bye bye.

RoPas

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