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Jorge&Vale, è il mondiale dei campioni fotocopia

A Barcellona Lorenzo vince il quarto Gp di fila. È a un punto dal compagno Rossi 2°: "In pista lui era la carota, io l'asino che non riusciva a prenderla"

Jorge&Vale, è il mondiale dei campioni fotocopia

Il vero problema è che Rossi corre solo di domenica e Lorenzo anche di domenica. La differenza fra i due, ora, sta tutta qui. I sogni di vittoria di Valentino finiscono quando iniziano quelli del rivale: di sabato. Colpa dei piazzamenti: 7°, 8°, 5°. Perché Jorge sa benissimo che se per qualche motivo scatteranno vicini, la battaglia sarà dura e nella battaglia Vale lo sovrasterà. Per cui si tiene alla larga: nel senso che in qualifica il suo unico obiettivo non è la pole ma lasciare il compagno lontano un paio di file.

Perché Rossi e Jorge sono i «Nemici miei» del motomondiale e si conoscono come marito e moglie. Difetti e pregi. Modi di pensare e settaggi di moto e sospensioni e forcelle e furbizie. Non si sopportano ma si rispettano. Sono simili al contrario e pignoli e perfezionisti alla stessa maniera. Dopo le depressioni ducatiste dell'uno e gli effetti depressivi provocati dal tornado Marquez sull'altro (ieri caduto rovinosamente mentre era secondo e impiccato proprio dietro Lorenzo), i Nemici miei sono oggi in formissima. Di testa, di fisico e di moto. Praticamente sono due campioni fotocopia che se Lorenzo parte troppo avanti e Rossi troppo indietro sia l'uno che l'altro sanno già come andrà a finire. Che vincerà Jorge. Così come sanno che partendo vicini vicini alla fine la spunterà Valentino perché nei duelli non c'è mai partita.

Per questo e solo per questo il Gp del Vale nazionale rischia di finire di sabato. Perché tra «Nemici miei» ci si conosce. La vittoria di Jorge a Barcellona ne è la riprova. Il secondo posto di Vale anche. «Non posso pensare di batterlo partendo sempre in terza fila» dirà infatti il nostro. «Mi serve almeno la quinta piazza. O le gomme soft in qualifica perché prendiamo due decimi nel giro che conta». E in quel prendiamo stanno nascoste tutta la sua rabbia e preoccupazione. Perché è un prendo e non un prendiamo. Perché la moto è la stessa, perché anche ieri ha fatto un boccone delle Ducati, delle Suzuki, persino dell'Honda di Pedrosa e se, non fosse caduto, l'avrebbe fatto di Marquez. E per riuscirci ci ha messo pochi giri. Ma una volta che si è trovato Lorenzo là davanti nulla ha più potuto. Gara finita. Due nemici, due campioni, due trenini a distanza di sicurezza giro dopo giro. E infatti ammette: «Mi dispiace vedere di avere lo stesso passo di Jorge e non poter neppure lottare. Anche se mi sentivo a posto, anche se la staccata era strong e nel duello l'avrei potuto passare, mi sono invece sentito come l'asino con la carota, che la insegue e non l'acchiappa mai». Una carota che in quattro gare ha recuperato lo svantaggio: da 29 punti a 1.

D'altra parte parlano chiaro i numeri. Cifre impietose che dimostrano come il Gp che Rossi deve vincere in fretta si corra di sabato. In Qatar, dove ha trionfato, in qualifica aveva l'8° tempo contro il 6° di Jorge. Ad Austin, dove ha chiuso 3° davanti allo spagnolo, scattavano lui 4° e Lorenzo terzo. Ancora: Vale 8° di sabato in Argentina e Jorge 5° e vittoria del primo. Dopodiché, il compagno ha iniziato ad accelerare in qualifica, abitando stabilmente la prima fila e mettendone un paio fra sé e il Dottore.

E non c'è più stata partita.

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