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Juve e Roma fiera dei sogni Del Piero-Totti gran finale

Due società che vogliono tornare grandi. Ma la vigilia è turbata dalle voci su Conte e il caso scommesse

Juve e Roma fiera dei sogni Del Piero-Totti gran finale

Così diverse da sembrare ugua­li. Sono Juventus e Roma che doma­ni si giocano un pezzo dei loro so­gni: scudetto e terzo posto. Entram­bi avrebbero i contorni del miracolo se realizzati.Partendo da filosofie al­l’apparenza agli antipodi, in realtà più vicine di quanto si pensi. Non è un caso che ad alimentare questi so­gni nell’ultima giornata, prima del dramma Morosini, siano stati i gol di Del Piero e Totti. Le due bandiere che hanno fatto la storia di questa sfi­da domani si incroceranno per l’ulti­ma volta perché la Signora ha già congedato il suo capitano.

Il giallo­rosso “resiste” nonostante il recen­te passato non sempre idilliaco con società, allenatore e tifosi. «Spero di giocare fino a 40 anni, e non mi vedo con un’altra maglia»il Totti pensie­ro. Lo stesso di Del Piero però rasse­gnato a far le valigie. «È come andar via da casa una seconda volta». E non è un caso che Juve e Roma si sia­­no fatte in casa gli eredi: Marchisio e De Rossi. Cresciuti nel vivaio, diven­tati grandi al fianco dei “capitani” e passaggio di consegne conquistato sul campo. Coi gol, col carisma e con due rinnovi “a vita”sofferti.An­che in questo i due club sono uguali. Come nella scelta di scommettere su due allenatori giovani. Antonio Conte e Luis Enrique. Attacco e pos­sesso palla è il loro credo. Il bianco­nero, ancora imbattuto, si gioca a sorpresa lo scudetto dopo aver già centratoilsuoobiettivo: laqualifica­zione Champions. Che lo spagnolo può ancora raggiungere nonostan­te i parecchi incidenti di percorso. Loro sono gli emblemi delle due stra­de che in estate le società hanno in­trapreso per tornare grandi. Queste sì diverse. La Juventus ha puntato forte su un uomo della sua storia, Conte ap­punto, che ha riportato la mentalità vincente e il senso di appartenenza. La Roma ha scommesso su uno stra­nier­o proveniente dalla scuola Bar­cellona. Logica conseguenza dei nuovi assetti societari.

A Torino do­po i fallimenti si è puntato sulla “re­staurazione” con un Agnelli, An­drea, dinuovopresidente. Nella Ca­pitale, finita l’era dei Sensi,spazio al nuovo corso americano. Due pro­getti alimentati da due anime che niente meglio dei recenti sponsor scelti descrivono: Jeep per la Juve e Walt Disney per la Roma. Solidità e determinazione da una parte, spet­tacolo e divertimento dall’altra. Poi Agnelli si è messo vicino Nedved, la Roma si è ripresa Baldini, il grande “nemico”diMoggi.Maquellaèprei­­storia, coi “dispetti” tipo Emerson. Ora si fanno affari, vedi Vucinic e Borriello. Già i soldi. Anche su questo si può dire che la differenza non sia poi co­­sì esagerata. Anzi. Nell’ultimo mer­cato estivo entrambe hanno speso circa 50 milioni di euro. I bianconeri hanno puntato sul sicuro: Lichtstei­ner, Pirlo, Vidal e Vucinic per non sbagliare la terza stagione di fila. In­vecelaRoma, aparteOsvaldo, hara­strellato giovani (Pjanic, Lamela e la rivelazione Borini in dubbio per do­mani) mettendo in conto qualche pas­saggioavuoto. Isol­di non sono tutto ma quasi sempre stilano le classifi­che: la Juve con 100 milionièalterzopo­sto nella classifica degli ingaggi lordi, la Roma subito die­tro con 76,5. Per en­trambe l’ultimo bi­lancio è stato da la­crime e sangue: me­n­o95,4quellobian­conero, meno 30,8 quello giallorosso. Per la Signora c’è l’attenuante investi­menti per il nuovo stadio. Totti vede nella sfida una pos­sibi­le svolta e profe­tizza: «Presto il pro­getto di Luis Enri­que sarà vincente ».

Marchisio risponde: «Rispetto per loro, ma noi sempre al massimo».

Ieri, però, la vigilia del super ma­t­ch è stata turbata da alcune veleno­se indiscrezioni secondo le quali Conte rischierebbe la squalifica per omessa denuncia sul caso scom­messe: un calciatore del Siena lo avrebbe infatti fatto partecipe degli illeciti, senza che l’allenatore de­nunciasse la cosa.

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