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La Juve ferita e arrabbiata riparte dal Bologna Allegri: "Zitti e reagire"

Dopo il ko di Champions, il tecnico vuole risposte. Frecciata a Bonucci. «Più rispetto»

La Juve ferita e arrabbiata riparte dal Bologna Allegri: "Zitti e reagire"

Mihajlovic non teme la Juventus, «ma solo mia moglie». E la Juve non può temere il Bologna, avversario odierno che però arriva dopo il ko di Madrid contro l'Atletico. La Signora sarà arrabbiata e desiderosa di riscatto, i rossoblù la metteranno sul fisico e chissà che non ne esca fuori una partita più equilibrata di quanto si possa immaginare. Del resto i colchoneros, come l'Atalanta, hanno lanciato un messaggio ai naviganti: la Signora si può battere, o quanto meno spaventare, se la si aggredisce e si fa densità, lottando corpo a corpo senza mai avere paura né rispetto. Dopo di che, ovviamente, conta anche la qualità che si ha tra i piedi: i felsinei sono terz'ultimi in classifica e la Juve primissima, sulla carta non dovrebbe esserci molta storia e i numeri sono tutti per i bianconeri. Come la tradizione, del resto: l'ultimo successo interno del Bologna contro i campioni d'Italia in serie A risale addirittura al novembre 1998, con la Juve che ha per di più vinto dieci delle ultime undici partite di campionato realizzando oltre due reti di media. Di contorno, l'aggiornamento dei soliti record che ormai si susseguono settimana dopo settimana: vincendo, infatti, i bianconeri diventerebbero la prima squadra nella storia della serie A capace di vincere almeno 22 delle prime 25 giornate di campionato.

Il tarlo del ko di Madrid è comunque lì, a infastidire la corazzata juventina. «Vogliamo arrivare al meglio al 12 marzo, quando ritroveremo l'Atletico così Allegri - Io dico che abbiamo buone possibilità. Sarà sicuramente una grande serata: non so se passeremo, ma dobbiamo fare di tutto perché ciò avvenga». Buttando lì anche una provocazione: «È una fortuna dover rimontare, perché ci obbligherà a giocare a viso aperto. Queste robe qui mi piacciono più delle cose normali: avessimo pareggiato 0-0, la partita sarebbe stata più incasinata. Invece, così andiamo e vediamo cosa succede». Sfruttando tutto il tempo a disposizione: «Se rigiocassimo mercoledì, saremmo eliminati sicuramente. Invece ci vuole un periodo di tempo necessario, mettendo un pezzettino ogni giorno, per arrivare al 12 nelle migliori condizioni. Siamo fortunati a vivere questi momenti, la vita è fatta di queste cose: se si vincessero tutte le partite, si diventerebbe piatti». Elogio dell'adrenalina, ecco. Purché con i risultati dalla propria parte: «La stagione deve ancora finire. Siamo dentro la Champions e fino a questo momento alla Juve mi sono divertito: da quando sono qui, tra campionato e Coppa Italia abbiamo vinto otto titoli su nove. Nel momento in cui non mi divertirò più, sarà il momento di smettere. Adesso è il momento di accettare le critiche e di stare zitti: tutto serve, per ricaricarsi».

Intanto, oggi serviranno i tre punti. Con Ronaldo che resta in bilico, Perin certamente in porta e Cancelo tra gli undici. Come Bonucci, la cui sceneggiata al Wanda Metropolitano merita però una tirata d'orecchie: «I comportamenti che si tengono sul campo si ripercuotono all'esterno.

Bisogna fare tutti un passo indietro e avere, in generale, più rispetto ed educazione».

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