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Juve in(Conte)nibile: domina, diverte, sogna

Il gol da Oscar spetta a Vucinic nella partita che non c’è. Il massimo? Vincere lo scudetto il giorno del derby di Milano. Il Milan fuori casa è da record

Juve in(Conte)nibile:  domina, diverte, sogna

Davanti alle leggende, leggasi Platini e Boniperti non il calcioscommesse, la Juve ha fatto storia. Quattro gol come fosse in al­lenamento, gioco da squadra sicura del fat­to suo anche se il campo sintetico spezza le gambe (copyright Marchisio), spettacolo in libertà andando a ripescare il talento del suggeritor Pirlo e quello di tutti gli uomini contestatidelcalciomercato: Vucinic, Bor­riello e Vidal hanno lucidato un’annata che ormai sembra scritta nelle stelle. Juve a quattro stelle, altro che tre. Juve che merita tutto quanto si è conquistata e solo un desti­no buffo, e magari ingiusto, potrebbe or­mai negarle il piacere della festa scudetto.

Lo ha dimostrato anche il Novara che, d’accordo, sta naufragando in serie B, ma con squadre d’alto bordo si è preso qual­che soddisfazione allineando le sue poche vittorie (due volte con l’Inter eppoi Udine­se, Parma, Lazio, un pari col Napoli). Inve­ce la Signora, davanti ai due grandissimi della sua storia, ha messo in mostra il bello delle sue vetrine: concretezza da squadra che non ti lascia respirare finché non ti stri­tola. Ha messo al muro il Novara ed ha co­minciato ad infilare palloni. C’è voluto un quarto d’ora per confezionare l’azione che vale l’oscar del gol più bello,forse non a ca­so risolta grazie ai piedi più raffinati di tutta la compagnia (Del Piero a parte): Pirlo si è bevuto un caffè infilando palla per Vucinic, e questo si è inventato un tocco da scapiglia­to pittore calcistico, un colpo di pennello del suo sinistro e la palla si è inalberata sca­valcandoogniapparatodifensivo. Sembra­va un’esecuzione in onore del presidente Uefa, un re di queste genialità.

Un gol che ha raggrumato l’immagine della Juve di quest’anno: sorprendente, te­stona, intraprendente, con il quid di tecni­ca che le mancava. Il Novara, per il vero, è stato muretto più che muro, anche un po’ molliccio. Solo Fontana, il suo portiere, ha provato a metter le mani, ed anche il petto, dovunque e contro chiunque. Tifoso del Torino, deve aver sentito più di altri la vo­glia di derby e il piacere di rovinare la gior­nata alla Juve. Ma non poteva essere super­man e così prima Borriello, poi ancora Vi­dal e Vucinic, lo hanno sforacchiato sfrut­tando i devastanti spazi della sua difesa. Che poi il palo lo abbia salvato dal ricamo di Pirlo,non è merito suo.Certo,se tutti fos­seroElia, cheentravedeesbagliaigol, forse il Novara avrebbe avuto almeno una chan­ce. Invece stavolta la Juve ha spedito il mes­saggio di ogni squadra che vince il campio­nato, baciata dalla buona luna di quelli bra­vi ed anche di quelli meno bravi: servono tutti, ad ognuno il suo. Vucinic è da classifi­care tra i top, ma se l’è presa comoda: solo ora sta diventando protagonista da oscar con 7 reti e 8 assist. Borriello è alla seconda rete pesante consecutiva e Vidal ne ha rea­lizzate 5 nel giro di 40 giorni. Di fronte a fatti e personaggi non c’è storia e non c’è dub­bio, sembra di rivedere il Milan dell’anno passato dove Ibra faceva il mattatore, Cas­sano anche, Robinho era una lieta sorpre­sa, figuratevi Boateng, ma poi ci sono stati i momenti inattesi di Strasser e Merkel.

Ieri era tutto atteso, soprattutto la vitto­ria bianconera. Semmai non c’è stata parti­ta. Ma c’è stata la Juve che ha rimpicciolito molte squadre. Non può esser un caso, gruppo incredibilmente quadrato nell’as­setto difensivo(un solo gol subito in 9parti­­te), ma ormai rassicurante quando deve puntare al gol: ne ha segnati 23 in 8 incontri ed è arrivato all’ottavo successo di fila. Ogni tanto i numeri non fanno statistica, ma fanno pure cronaca. E questa Juve si sta infilando nella storia. I sorrisi rassicuranti di Boniperti e Platini l’hanno accompagna­ta per un tempo appena, il tanto per chiude­re la partita e lasciar dire a Michel: «Juve su­periore a tutti i livelli ». Che poi Conte abbia aggiunto:«Torni a vederci, ci ha portato be­ne», è solo un atto scaramantico.

La Juve ha fatto tutto da sola: la fortuna se l’è

guadagnata. Ora manca poco: il calenda­rio le ha proposto il massimo dello sfizio, se non vincerà già mercoledì. Cucirsi lo scu­detto nel giorno in cui Milano celebra il suo derby. Chissà, le stelle avevano già previsto tutto.

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