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Juventus, 35 scudetti e una sorpresa

L'ottavo titolo di fila arriva col batticuore. Ma CR7 tranquillizza: «Resto al 1000 per cento»

Juventus, 35 scudetti e una sorpresa

Davide Pisoni

nostro inviato a Torino

Otto è il numero dell'infinito. Come la dittatura della Juventus, che vince l'ottavo scudetto di fila. Ma infinita è anche la schiavitù europea della Signora. Dall'Ajax alla Fiorentina, in tre giorni c'è tutta la storia della Signora: nuda in Europa, razza padrona in Italia. Il senso di fallimento che hanno lasciato i terribili ragazzi olandesi si respira in ogni angolo dell'Allianz Stadium, avvolge la festa tricolore di una sensazione di delusione e rimpianto. Lo scudetto numero 35 della storia, il 37° per la contabilità bianconera ribadita sui maxischermi dello stadio, verrà ricordato come quello della gioia strozzata. La lettura delle formazioni soffocata, dieci minuti di silenzio della curva. La Fiorentina che segna con Milenkovic, Chiesa che centra due volte i legni della porta di Szczesny, Alex Sandro che salva una Signora paralizzata. Poi nella ripresa basta un'accelerata di Cristiano Ronaldo per provocare l'autogol di Pezzella e iniziare il conto alla rovescia. La partita, brutta, è figlia delle scorie dell'Ajax che affollano più la testa che i muscoli dei bianconeri. Lo stadio assiste sospeso tra lo scoramento e l'incredulità di una squadra arrivata morta nel momento più bello della stagione.

Otto è il numero della festa. Ma non è infinita. Perché dura giusto otto minuti, uno per scudetto vinto di fila. Tanto si concede la Signora, tanta è la voglia di far festa. Non può essere altrimenti per un titolo annunciato da più di un mese, dallo scontro diretto vinto in casa del Napoli e soprattutto che arriva subito dopo la grande delusione Champions. La passerella sono un paio di girotondi in mezzo al campo, tre saltelli, un paio di bambini, i cosiddetti figli degli otto scudetti, nessun tricolore esibito, un paio di bottiglie di champagne ad innaffiare Allegri e Ronaldo. Proprio Max e Cristiano finiscono con la testa ricoperta di schiuma bianca. Mentre la festa esplode, invece, nello spogliatoio dove compare anche Dybala. Agnelli abbraccia tutti, Allegri urla bravi, la festa nell'intimità è vera. La commozione di Bonucci capitano per l'occasione, che rivince subito dopo essere tornato come il figliol prodigo. Giorgio Chiellini è invece il capitano che è rimasto a guardare nel giorno più brutto e in quello più bello: «È stata una sofferenza, ma voglio ricordare Barzagli, uno che la fa sempre semplice e che migliora con il passare degli anni». Giorgio e Andrea, sono gli unici due degli otto scudetti di fila, che si tolgono anche lo sfizio di uno scudetto a Pasqua.

E nell'uovo che rompe il marziano c'è una cosa ancora più bella dello scudetto perché scaccia la paura che si stava insinuando tra la depressione post Ajax nei tifosi bianconeri. «Resto al mille per cento», dice Cristiano Ronaldo in diretta televisiva per rompere tre giorni di silenzio social che avevano alimentato le voci più disparate. E soprattutto il portoghese promette: «Il prossimo anno sarà ancora più bello, saremo ancora più competitivi in Champions». E ovvio che il pensiero corre alla Champions. Intanto si gode il primo scudetto, dopo la Premier League e la Liga: «Sono davvero contento ho conquistato il titolo italiano alla mia prima stagione in questo campionato. È stata una grande stagione per questa Juve, abbiamo vinto anche la Supercoppa. Certo, in Champions non è andata bene...». Con un gesto inequivocabile aveva spiegato cosa non aveva funzionato contro l'Ajax: «Abbiamo avuto paura». E in un certo senso gli dà ragione Allegri: «Dobbiamo migliorare sul piano psicologico quando ci capita qualche imprevisto, come un gol». A fare da sfondo c'è sempre la notte dell'Ajax, che toglie gusto e sapore all'ottavo scudetto della Signora.

Dove finisce la schiavitù, inizia la dittatura.

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