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Juventus che spavento ma la vera Lokomotiv è Dybala con il tridente

Rimonta dei bianconeri con una doppietta della Joya in 2' e in campo anche CR7 e Higuain

Juventus che spavento ma la vera Lokomotiv è Dybala con il tridente

Aleksei Miranchuk, mancino, 24 anni compiuti pochi giorni fa. È stato lui, alla mezzora del primo tempo, a gelare lo Stadium e a lasciarlo nel panico fino a una dozzina di minuti dal termine. Quando, nello spazio di un paio di minuti, si è scatenato Dybala: 2-1 per la Juve, quindi, Lokomotiv Mosca battuta e qualificazione vicina. Certo, però, non è stata serata facile per i campioni d'Italia. Andati sotto nel punteggio e spaventatisi non poco, dopo che De Ligt era andato a farfalle contro Eder, l'errore di Bonucci in chiusura, il tiro dell'ex interista Joao Mario respinto da Szczesny e il tap in vincente di Miranchuk. Uno che per compagno di squadra ha anche il gemello Anton, ieri assente perché infortunato. Uguali come due gocce d'acqua, al punto che secondo la leggenda negli anni passati si sarebbero anche scambiati le fidanzate. Uguali nel talento, pure. Anche se Aleksei in patria viene ritenuto leggermente meglio del fratello.

Comunque sia, sinistro vincente e Signora al tappeto. Chiamata a ribaltare una partita fattasi improvvisamente complicata. Nei primi minuti della quale non è che Guilherme, portiere della Lokomotiv, avesse dovuto compiere chissà quali interventi: Ronaldo non aveva trovato la porta dopo un tiro cross di Cuadrado dalla destra, poi Bonucci non era arrivato di poco a deviare una punizione di Pjanic: tutto qui. Con un discreto fraseggio, sì. Ma con poca pericolosità. E, in compenso, con sbavature difensive preoccupanti: Eder portava a spasso De Ligt, lo stesso Bonucci sbagliava un paio di disimpegni e, insomma, la squadra di Semin se ne stava rintanata nel suo 5-3-2, pronta a colpire. Con l'ex juventino Howedes a mostrare la propria solidità al centro della difesa e Joao Mario tatticamente attento a puntellare il centrocampo. Un reparto dove la Signora aveva scelto di affidare a Bentancur il ruolo di trequartista, senza ricavarne in cambio granché: appena dopo l'intervallo, Sarri optava così per spedire in campo Higuain al posto di Khedira, arretrando Dybala e invitando i suoi all'assalto.

Sulla carta, la Juve dei sogni: tridente pesante, talento a profusione, piedi buoni quasi ovunque. Ronaldo sprecava (al solito) una punizione dal limite spedendo Pjanic in un angolino, i quasi duemila tifosi russi (instancabili) tiravano un sospiro di sollievo, Cuadrado continuava a spingere e a buttare palloni in mezzo: entrava anche Rabiot per Matuidi, la Lokomotiv si abbassava ancora ma di clamorose occasioni da rete la Juve non ne riusciva a creare, almeno fino a quando Higuain sfiorava il pareggio con un destro dal limite. Sembrava il più sveglio di tutti, il Pipita: ci provava anche di testa, con un quarto d'ora ancora da giocare. In uno Stadium diventato quasi silente, sbucava di lì a poco il genio di Dybala: prima una meraviglia assoluta con un sinistro a giro dal limite, poi un tap in per nulla facile dopo una respinta di Guilherme su sberla di Alex Sandro. Per lui, gol numero 80 e 81 da quando veste il bianconero: forse i due della svolta.

Per la Juve del futuro.

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