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Juventus, crollo in Borsa: titolo sospeso per eccesso di ribasso

Juventus in caduta libera a Piazza Affari: il titolo del club è stato sospeso più volte per eccesso di ribasso fino a toccare un -8%. Anche Exor chiude in negativo

Juventus, crollo in Borsa: titolo sospeso per eccesso di ribasso

La Juventus ha chiuso in passivo il bilancio 2018-2019 e l'ufficialità è arrivata venerdì 20 settembre quando il cda bianconero ha approvato il bilancio, evidenziando il rosso da quasi 40 milioni di euro, ordinando anche un aumento di capitale fino a 300 milioni di euro. Essendo una società quotata in Borsa, questi effetti hanno avuto forti ripercussioni in negativo con il crollo nella giornata odierna a Piazza Affari. Il titolo bianconero, infatti, è stato più volte sospeso al ribasso arrivando a cedere fino all'8%.

Il club di corso Galileo Ferraris ha appunto varato il piano di sviluppo per il quinquennio 2019-2024 per far quadrare i conti nel lungo periodo anche se il debito complessivo è cresciuto rispetto all'anno precedente passando da 309,8 milioni di euro a 463,5 milioni di euro, oltre 150 milioni di euro in più di debito per la Juventus.

Questa situazione era prevedibile e preventivata dalla Juventus che ha comunque chiuso con un fatturato in grande crescita: 494,4 milioni di euro al netto delle plusvalenze. Non solo la Juventus perde fino a 8 punti percentuali, anche la società controllante Exor, che si è impegnata a sottoscrivere l'aumento di capitale per la sua quota di pertinenza di 191 milioni di euro, ha chiuso in negativo con un -2%.

Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, gli analisti di Equita reputano questo investimento modesto da parte di Exor per il fatto che tutto ciò rappresenta l'1% del valore netto degli attivi della holding che fa capo alla famiglia Agnelli-Elkann. Per quanto riguarda i prezzi delle azioni della Juventus, invece, c'è da registrare un calo in quest'ultimo meso di circa il 18%, ma che sono più alti del periodo precedente all'ingaggio di Cristiano Ronaldo, nell'estate del 2018, quando i prezzi si erano attestati sotto quota di 0,60 centesimi: ora il valore è di poco inferiore a 1,30 euro.

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