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Kvyat dal podio cinese a sacrificato per la stella

Il russo dalla Red Bull alla Toro Rosso per far posto a Verstappen Non c'entra l'errore con Vettel. Marchionne: «Il caso era chiuso...»

Benny Casadei Lucchi

Tutta colpa di Putin se l'affaire Kvyat e la retrocessione del ragazzo in Toro Rosso non sono venuti a galla in quel di Sochi, Russia olimpica e milionaria e puntuale passerella dello zar judoka. Avrebbero avuto non pochi problemi Bernie Ecclestone e le bibite Red Bull e un po' il Circus tutto se in quel week end i boss del team bibitaro avessero annunciato ciò che la famiglia Kviat già sapeva da tempo: che Daniil era fuori. Però c'è un però grande come madre Russia. Non si tratta infatti di punizione, come in molti tendono a pensare ritenendo la decisione legata all'autoscontro di Sochi con Kvyat per due volte a tamponare la Ferrari di Vettel, bensì di semplice e crudele retrocessione. Dal big team bibitaro a quello satellite, la Toro Rosso.

Non c'entra Seb, non c'entra l'incidente dunque, c'entra solo la volontà di Helmut Marko scopritore di talenti e di Chris Horner team principal di non lasciarsi sfuggire il predestinato della F1: Max Verstappen, fino a ieri in Toro Rosso. Questione di clausole poste a suo tempo, a fine 2014, sul contratto del ragazzo che gli consentono di lasciare entrambe, la Red Bull dove da domenica, in Spagna, affiancherà Ricciardo, e appunto il team di Faenza dove fino a Sochi aveva corso, se nell'arco di un paio di stagioni (ha esordito a fine 2014) non verrà promosso nel team principale. Detto e fatto. Anche perché papà Jos Verstappen, suo manager, aveva negli ultimi mesi aperto la porta alle sirene di altre squadre, Ferrari compresa per il dopo Raikkonen.

Ecco spiegato perché il povero Kvyat era una corda di violino a Sochi e ha fatto fuori Vettel per cercare di stare davanti al compagno Ricciardo. Ed ecco perché lo stesso Marchionne, ieri, dopo aver detto «vogliamo tutto quello che possiamo beccarci e credo che ce lo meritiamo... siamo alla quarta gara, ne restano 17, è un mondo aperto...» ha aggiunto «per noi il caso Kvyat era chiuso con le sue scuse...». Resta una nota a margine: Daniil ha saputo che l'avrebbero retrocesso poche ore dopo aver conquistato in Cina il podio davanti al compagno Ricciardo. Fino a prova contraria l'unico podio Red Bull del 2016.

That's F1.

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