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Kyle lo celebra con un canestro. Austin lo fa cacciare dal campo

Weems scopre della morte di papà e continua a giocare Rivers chiede l'espulsione di papà, il tecnico avversario

Kyle lo celebra con un canestro. Austin lo fa cacciare dal campo

«For you, dad». Questa è per te, papà. Sullo sfondo di un parquet della pallacanestro, questo mercoledì, si sono intrecciate due storie, anzi due vicende familiari padre-figlio davvero surreali. Ovvero, quelle che riguardano gli americani Kyle Weems e Austin Rivers.

«Non ho mai vissuto un dolore così profondo. Il Cancro ti ha portato via da me ma vivrai con noi per sempre. Prometto di essere la roccia della famiglia come lo eri tu». Con questo dolce messaggio scritto su Instagram a tarda notte, Kyle Weems, 30enne giocatore della Virtus Bologna prima nel campionato di Serie A, ha salutato a modo suo il padre che non c'è più, postando anche una foto insieme abbracciati e sorridenti, quella che molto probabilmente è stata l'ultima foto scattata assieme. L'altro ieri Kyle sta giocando il match di Eurocup della Virtus contro il Maccabi Rishon. A metà gara comandano gli israeliani di due punti. Due punti è anche lo score di Weems dopo il primo tempo. Insomma, non la partita della vita. Al rientro negli spogliatoi, saranno state all'incirca le 19.15-19.30 italiane, arriva la notizia che ha la potenza di un pugno nello stomaco. Peggio, è una coltellata al cuore. Il messaggio recapitato a Kyle recita queste brevi e fredde parole: tuo papà Kevin è morto. Entrato nel tunnel della disperazione, Kyle Weems poteva scoppiare a piangere, immaginiamo lo abbia fatto, oppure poteva anche dire al suo coach Sasha Djordjevic «guardi, mister, non me la sento di continuare a giocare». Ed invece no, Kyle non si è fatto prendere dallo sconforto e una volta uscito dagli spogliatoi ha aiutato i compagni al successo per 85-79, un risultato che ha garantito alle V nere il passaggio del turno. Per Weems un bottino personale di 10 punti con 9 rimbalzi, sfiorando quella che in gergo tecnico è definita una doppia-doppia. «For you, dad». Ci piace immaginare che sia stato questo il pensiero di fine serata.

Nello stesso giorno, al di là dell'Atlantico, si è assistiti a un parricidio cestistico, forse il primo della storia. Il reprobo di turno è Austin Rivers, play di Houston, che si è messo contro papà Doc Rivers, coach dei Clippers. Siamo nel quarto periodo e un Doc Rivers infuriato inizia a protestare con gli arbitri. E con sorpresa di tutti, proprio Austin è l'unico a chiedere un fallo tecnico nei confronti del padre, il quale poi non soltanto sarà sanzionato ma alla fine verrà pure espulso. A tutto ciò, aggiungete che mentre Doc Rivers lascia il campo, il figlio Austin festeggia e fa cenno a suo padre di chiamarlo al telefono in seguito. Una volta terminato il gioco, il play chiarirà il perché del suo gesto: «Sapevo che lo avrebbero cacciato. Ho visto quello sguardo altre volte e quando inizia a battere le palpebre degli occhi così, so che sta per esplodere. Allora ho iniziato a dire all'arbitro di punirlo, e loro lo hanno fatto. Noi abbiamo vinto la partita, e lui si è fatto espellere: è proprio la mia serata». La telenovela dei Rivers si è conclusa con un tweet di Austin: «Welp... la festa del Ringraziamento quest'anno sarà davvero strana...». Giovedì 28 novembre, giorno della festa, ne sapremo qualcosa in più da Casa Rivers.

Alla prossima puntata.

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