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L'avvertimento di Abu Dhabi. Che noia la F1 senza la Ferrari

I capi Usa vogliono nuove regole, la Rossa minaccia l'addio. Questo Gp monotono insegna che l'intesa serve a entrambi

L'avvertimento di Abu Dhabi. Che noia la F1 senza la Ferrari

Meno male. Il campionato mondiale di F1 è finito. Meno male. Motori spenti. Rumore di turbo e sibili solo domani e dopo per i test Pirelli e poi, finalmente, un po' di pace. Per ragionare, per tirare le somme, per andare oltre quello che raccontano le classifiche e la doppietta di ieri ad Abu Dhabi, firmata da Bottas ed Hamilton, la quarta quest'anno per la Mercedes campione di tutto, davanti a Seb e Kimi con la Ferrari delusa in tutto. Un po' di pace per capire meglio i perché e i percome dei 20'' presi da Vettel (costretto ad alzare il piede per un consumo eccessivo di benzina), e i perché e i percome la monoposto tedesca sembri già pronta a menare sberle nel 2018 (tante le novità sperimentate nelle ultime gare). Un po' di pace per comprendere, se mai si potrà, certi misteri che trascendono l'umano pensiero come i perché e i percome Marchionne abbia rinnovato il contratto a Kimi. Un po' di pace, s'intende, non per la Ferrari («non c'è vacanza per noi» ha detto Seb), bensì per tutti noi che assistiamo, applaudiamo o critichiamo, noi che montiamo sul carro e che scendiamo dal carro e a furia di balzare su e saltare giù cigolano pure le ginocchia. E un po' di pace per voi, tifosi. Voi che ieri non avete assistito all'ultimo Gran premio della stagione, ma a una triste demo della F1 che un giorno potrà essere se la Ferrari e i padroni americani non dovessero trovare un accordo.

La corsa dell'emirato, per chiunque abbia voglia e tempo di aprire gli occhi, rappresenta infatti il plastico in scala, luccicante e colorato, pieno di fiocconi come quelli delle villette a schiera quando ce le vogliono vendere, di come potrebbe diventare questo sport se, nei prossimi mesi, i capi americani del Circus e il capo in sella al Cavallino non s'accordassero sulle regole che verranno a partire dal 2021. Perché la Ferrari scontenta dalle prime bozze sui possibili cambiamenti (motori meno ibridi, progettazione più standardizzata, niente bonus di 70 milioni al Cavallino come unico team presente dalla fondazione del campionato, più equa ripartizione dei ricavi...) ha in più di un'occasione già sventolato la bandiera del potremmo anche andarcene. E ieri, nel Gp demo, con la Rossa che si è smaterializzata dopo la prima curva, abbiamo tutti visto l'effetto che potrebbe fare una gara di F1 senza le Ferrari.

Il Gp demo ha però dimostrato anche dell'altro: e cioè che la volontà americana di ripartire gli utili in modo diverso, di rendere più accattivante in senso economico (investimenti alla portata) e in senso sportivo (possibilità per tutti di competere per la vittoria) è strada obbligata se si vuole evitare che, perse durante una corsa le Ferrari, lo show muoia come accaduto ieri quando la F1 si è trasformata da sport automobilistico in un plastico di macchinine colorate che giravano e giravano e nulla più.

Più che un'intesa, quella che andrà cercata nei prossimi mesi sembra un'ardua quadratura del famigerato cerchio. Ma forse, se le parti avranno cuore di dare un'occhiata al replay del Gp demo di Abu Dhabi, riusciranno a fare un passettino l'uno verso l'altra. E altrimenti pace.

Per le emozioni ci resta il motomondiale.

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