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L'Europa dell'Inter va in pezzi

Un errore clamoroso di Nagatomo regala al Napoli il -1 dalla Roma

L'Europa dell'Inter va in pezzi

Milano Il Napoli rivede la Roma, ormai solo a un punto di distanza. L'Inter non vede più la piccola Europa nonostante il pareggio deludente del Milan a Crotone. Sotto gli occhi di Zhang arrivato dalla Cina per puntellare la panchina di Pioli, la presunta armata neroazzurra va incontro alla seconda rovinosa sconfitta dopo la goleada subita a Firenze una settimana prima. Nemmeno il ritiro punitivo, come volevasi dimostrare, è capace di rilanciare una squadra che ha il serbatoio di energie fisiche vuoto e neanche la risorsa di Gagliardini a disposizione. È persino ridotto il punteggio con cui il Napoli conquista anche la San Siro interista dopo aver messo sotto i rossoneri. Le parate di Handanovic, il palo di Mertens e una serie di tiri sbavati per centimetri da Insigne sono il sontuoso fatturato della squadra di Sarri che adesso punta a sfrattare la Roma dal secondo posto.

La stoccata di Callejon prima dell'intervallo è lo squillo di tromba del Napoli dominatore assoluto della prima frazione ma anche capace di dissipare un patrimonio di opportunità. Contate almeno quattro occasioni da gol (compreso il palo scheggiato da Mertens) che sono la conseguenza inevitabile del governo puntuale del gioco e dei triangoli provati e riprovati da Sarri, l'autentico valore aggiunto della squadra che gode anche di uno smalto fisico da segnalare. L'Inter invece, abbandonata da Miranda durante il riscaldamento e contestata dalla curva con uno striscione, è subito in affanno e risulta incapace di trovare le contromisure. Le scelte di Pioli (fuori Perisic dentro Eder, Banega ancora in panchina) non aggiungono granchè, semmai tolgono alle soluzioni offensive il binario di sinistra. L'unico che si batte con orgoglio e che trascina palla per 40-50 metri è Candreva: troppo poco per mettere in crisi la difesa napoletana che pure non gode di una fama strepitosa. I due veri anelli deboli dell'Inter sono sistemati sui lati della difesa dove Ghoulam e Insigne da una parte e Callejon più Zielinski dall'altra imperversano senza trovare adeguata opposizione. E il vantaggio, strameritato, del Napoli è il prodotto di uno scarabocchio del giapponese che invece di liberare l'area dal pericolo sporca una palletta consegnandola sul destro di Callejon che può scartare il regalo inatteso con un destro a incrociare.

San Handanovic ha tenuto in bilico la sfida con un paio di prodigi nella ripresa che hanno confermato le qualità migliori e i difetti più vistosi del Napoli: possono apparecchiare un gran numero di palle-gol ma non riescono a chiudere in cassaforte il risultato con il secondo sigillo. Pioli ha cercato in panchina i rimedi: Banega e Perisic non hanno aggiunto granchè alle trame offensive interiste. Icardi sembra finito nel deserto senza acqua: non può che guardare sconsolato i suoi. Sarri ha puntato invece su Rog, Milik e Allan per non perdere né il controllo del gioco e anzi presidiando meglio l'area col polacco. Insigne è il suo profeta, protagonista di una primavera strepitosa. È lui il trascinatore oltre che l'interprete di cento iniziative che hanno messo a nudo tutti i limiti strutturali oltre che caratteriali e tecnici del gruppo interista mai diventato una squadra a tutto tondo.

Il Napoli lo è, viaggia col vento in poppa e merita a questo punto di piazzarsi dietro lo schiaccia sassi Juventus.

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