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Lezione tedesca, Rossa dissolta: "Ma non le perderemo tutte..."

Hamilton-Bottas, quinta doppietta di fila. Un altro record Anche Verstappen davanti a Vettel e Leclerc, sempre più tesi

Lezione tedesca, Rossa dissolta: "Ma non le perderemo tutte..."

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Barcellona

Ricordate la Honda di Fernando Alonso che si ferma e lui scende, ruba la sdraio al commissario e si siede a prendere il sole? Ricordate la Honda di Alonso che in Giappone urla alla radio questo motore è da Gp2 cioè F2 cioè serie B calcistica? Alonso adesso non c'è più. C'è invece e ancora il motore Honda. Montato sulla Red Bull. Quella di Verstappen, terzo dietro al duo Hamilton-Bottas. La Ferrari non è riuscita nemmeno a tener dietro o a riprendere la Red Bull. Niente da fare. Podio mancato, sfuggito, quarto Seb, quinto Charles, e svanito anche il terzo posto nella classifica piloti a favore proprio dell'olandese al volante.

Questo è accaduto alla Rossa spagnola con le molte modifiche di aerodinamica e motore «che hanno funzionato anche se non abbastanza, ma non è un concetto sbagliato d'auto, siamo un team giovane, stiamo imparando» dice il team principal Binotto dopo lo schiacciante trionfo tedesco. «Però non le perderemo tutte quest'anno» assicurano in coro Binotto e Vettel e Leclerc. Benché qui le Rosse abbiano inciso e turbato la corsa delle Mercedes solo nel contribuire a decidere le gerarchie in vetta tra Bottas, scattato dalla pole, ed Hamilton al suo fianco. Tutto è accaduto alla prima curva quando Vettel ha provato all'esterno, spiattellando una ruota, rientrando a centro pista e rallentando sia Bottas che Leclerc che se stesso a favore di Lewis e Verstappen.

Gran premio finito. E mondiale concluso per chiunque abbia un colore diverso da quello argentato degli anglotedeschi. «Ormai ragioniamo gara per gara» ammettono sia Binotto che Vettel tramortiti dalla quinta doppietta di fila della Mercedes che ha eguagliato la Ferrari del '52-2002, e se stessa nel 2015 e a cavallo delle stagioni 2015-16. Tutto suo però il primato assoluto degli uno-due a inizio campionato. Quanto al Cavallino, nessun vero rammarico per cose sbagliate in gara (Vettel), strategie pasticciate o incomprensioni o lentezza nel gestire i piloti in pista, passa lui no passo io... Nessun rammarico perché è stata talmente plateale, evidente, imbarazzante l'altrui manifestazione di superiorità, che neppure questi aspetti, vedi i due pit lenti causa gomme posteriori, vedi i decimi preziosi persi mentre si decideva chi far passare tra i due ferraristi, prima a favore di Leclerc e poi l'esatto contrario. Nessun rammarico perché c'era tutt'al più un terzo posto in palio da conservare e perché «ho provato al via a inserirmi fra le due Mercedes ma ho bloccato in frenata e sbagliato...», spiegherà Vettel, ammettendo che nel decidere sugli ordini di scuderia si perde tempo. «Appena facciamo qualcosa tutti poi ne parlano a lungo e forse questo non ci aiuta ad essere reattivi nel prendere decisioni di questo genere...», le sue franche e inquietanti parole.

Dopodiché, possiamo anche cullarci, o meglio, lenire ferite e delusioni, pensando che la safety car entrata a una ventina di giri dalla fine abbia scombinato definitivamente la gara di Leclerc, in quel momento terzo su gomme dure, ma stiamo veramente raschiando il fondo del barile. La verità vera è che il mondiale è finito, che a Monte Carlo, dove tutte le curve saranno come quelle dell'ultimo settore di Barcellona in cui le Rosse perdevano decimi su decimi, il rischio è di assistere a un calvario «ma si cambiano tutti gli assetti, sarà gara diversa e comunque ora, qui, abbiamo due giorni di test...» assicura Binotto. Non basta a tranquillizzare gli animi. Anche perché poco più in là, il baffuto presidente uscente della Mercedes, Dieter Zetsche, è appena inciampato in una gaffe. «Quinta doppietta di fila, incredibile, e al sesto campionato... Cioè, ancora non siamo campioni ma, se dovessimo riuscirci, saremmo i primi a vincere sei titoli consecutivi».

Vien male solo a pensarlo.

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