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L'Inter che piace non si cambia

Icardi c'è, ma Spalletti vuol ritrovare la difesa: "Serve meno timidezza"

L'Inter che piace non si cambia

Milano - L'Italia calcistica intera chiede il cambiamento, la Milano nerazzurra si aggrappa, invece, alle sue certezze. Anche oggi che a San Siro arriverà un avversario ostico come l'Atalanta dell'ex Gian Piero Gasperini. Che l'anno scorso venne umiliata con un sonoro 7-1, nel momento più topico della gestione Pioli. Altri tempi, altra Inter.

Oggi le cose sono diverse. Perché c'è la certezza di aver trovato la vera sicurezza soprattutto in panchina nella figura di Luciano Spalletti: «Quando entriamo in campo dobbiamo tentare di fare il massimo sempre ha tuonato il tecnico . Dispiacere per l'Italia fuori dai Mondiali? Non possiamo crearci distrazioni, le nostre ambizioni non possono includere debolezze caratteriali. La Figc e Tavecchio? Non giochiamo a nascondino, per cui quello tanato è solo Ventura. Bisogna prendersi le proprie responsabilità».

Per i nerazzurri si apre un ciclo di gare importanti per non perdere il treno della Champions e rimanere al passo con Napoli e Juventus. Bisognerà fare bottino pieno con Atalanta, Cagliari e Chievo, prima di arrivare alla sfida dell'Allianz Stadium contro i bianconeri del 9 dicembre prossimo: «Dobbiamo portare a casa la partita», la sentenza di Spalletti, per il quale sarà una sfida difficile («Una partita tosta») ma che vedrà i nerazzurri di casa avvantaggiati dalla spinta degli oltre 50.000 spettatori sulle tribune.

Formazione che vince non si cambia: e dunque a sinistra giocherà ancora Nagatomo («Ma Santon ci darà una mano»), mentre il rientro di Icardi al centro dell'attacco sarà l'arma in più: «Gioca, ed è felice quando la palla ruzzola. Joao Mario e Cancelo? Vorrebbero partecipare di più, è normale».

Chiusura sulla difesa, che nelle ultime settimane ha mostrato qualche crepa di troppo con sette gol subiti in sei giornate contro i due delle prime sei: «Bisogna fare attenzione e migliorare. Quando i nostri avversari fanno giocate di grande qualità e sono superiori a noi bisogna accettarlo, se c'è un po' di timidezza nel nostro modo di fare bisogna trovare soluzioni nuove.

Le squadre B? Potrebbe essere una delle soluzioni, ma è meglio non dire cose campate per aria, ragionando in maniera più approfondita».

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