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Tra l'Inter e la Roma derby dei rimpianti e dei misteri di mercato

Rafinha nerazzurro, ma quando giocherà? E Monchi pensa più a vendere che a comprare

Tra l'Inter e la Roma derby dei rimpianti e dei misteri di mercato

I pali di San Siro sono solidi, ma non invulnerabili come quelli dell'Olimpico. La Roma e i romanisti sono avvisati. E chissà mai: mezzi salvati. Stavolta è rimasto a casa Perotti: un palo e un rigore non concesso gli rovinarono la partita d'andata. L'Inter non ha più lo stellone al seguito che brillò allora. Però c'è sempre (c'è ancora) Mauro Icardi che non perdona, essendo il cannoniere con la miglior media fra i 5 campionati top: 18 reti su 35 complessive nerazzurre, 51,4 per cento. Niente male. E c'è chi sta pensando di far soldi con una vendita al Real Madrid. Beato chi se lo può permettere. Dite l'Inter? Nemmen per sogno, salvo che i sogni tornino nel cassetto. Icardi sarà venduto in estate probabilmente, ma l'Inter non potrebbe venderlo mai se i desideri saranno da scudetto e da Champions.

Per il momento tutto rinfoderato, un po' come capitato alla Roma. Sogni, eppoi segni(del destino). Quei tre pali, per esempio, sono stati un avvertimento non colto appieno. Eppoi il rigore non concesso, il ribaltone finale nerazzurro. La Roma forse non ha stelloni, magari qualche stella in campo, tanto che il mercato estero ne cerca tre: Edwin Dzeko, Radja Nainggolan e Emerson Palmieri, suvvia una stellina. Però quanto basta per rinsaldare le casse societarie che segnalano codice rosso. «La Roma non smobilita» ha raccontato il d.s. Monchi per calmare il popolo agitato. «Se arrivano offerte è giusto valutarle. Come facevo al Siviglia». Appunto, al Siviglia vendeva. La foto migliore l'ha fornita, giorni fa, una radio locale: «A Roma non abbiamo ancora acquistato un giocatore, che già pensiamo a come venderlo». Così non si vincono gli scudetti. Curioso: Inter e Roma credono nel futuro, eppure i primi due giocatori sulla bancarella sono i centravanti che le hanno salvaguardate con scorte di gol. Per inciso: la Roma è la squadra contro la quale i nerazzurri hanno segnato di più in match (termine non a caso) casalinghi.

Stavolta si ritrovano un po' nude verso la meta. Illusioni e delusioni hanno segnato la strada del girone di andata. La Roma ha scoperto che Totti in tribuna mantiene un ambiente più tranquillo, ma poi servirebbe non finire come polli quando c'è da vincere. Di Francesco racconta che la filosofia delle sue squadre non può essere quella dei pugili attendisti (testuale), vuol occupare sempre la metà campo altrui, come un pugile che attacca e picchia (testuale). Ma dimentica che la boxe è scherma, gioco degli scacchi e chi va sempre avanti prende un sacco di botte inutili: in faccia. Qualche volta da ko. Oggi chiede: «Determinazione, coraggio e spensieratezza». Auguri!

Spalletti ha già capito che aria tira: al massimo se la gioca per la Champions. Ammette: «Ora siamo più logori rispetto all'andata. Partita non decisiva, ma può determinare l'entusiasmo». Non è un caso se entrambi i tecnici hanno ridimensionato l'orizzonte alla zona Champions. All'Inter sono arrivati i rinforzi. «Sarà contenta la mi' mamma», ha scherzato il tecnico nerazzurro riferendosi a Lisandro Lopez. Dice: «Ha la garra, vuole mostrare i muscoli». Su Rafinha ha il pudore di non spingersi tanto oltre: «Va aiutato e non il contrario». Meglio Fabio Capello, dice quello che l'altro non può dire: «Rafinha ha bisogno di tempo e l'Inter non ne ha». Inter-Roma sarà una bella sfida per l'abbraccio da telecamera fra Spalletti e Totti, poi fate tutti i discorsi tecnici che volete ma andrà in onda il derby di quelli che.speravano di essere da scudetto. Niente di più. Sfida da spigoli acuti, senza possibilità di darsi giustificazioni in caso di sconfitta. La dice giusta il tecnico interista: «Come scendere lo Stelvio senza mani, se perdi concentrazione contro la Roma». Quindi prendi la bici e pedala.

Chi sbaglia curva va fuori e non basteranno cerotti per le ferite.

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