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L'Inter non prende mai gol. Basta una testata per la quinta

L'Inter non prende mai gol. Basta una testata per la quinta

Milano - Ingranare la quinta in folle n una notte senza tanti squilli e qualche sofferenza di troppo, anche se con la ferocia di sempre. L'en plein interista è salvo grazie al gol di un difensore (D'Ambrosio, seconda rete personale nelle ultime tre giocate contro la Lazio) ma il controsorpasso alla Juve è figlio di una gara nella quale i rischi corsi sono stati quasi gli stessi numericamente delle occasioni create. Buon per la truppa di Conte che Correa sprechi un sacco di chance concesse dai nerazzurri (in una di queste ci sono i polpastrelli di Handanovic, che ieri ha tagliato il traguardo delle 300 presenze con l'Inter, a fare il miracolo): mentre le ripartenze della squadra di casa battono in testa peggio di un motore mal funzionante.

Di riffa o di raffa, l'Inter è però lì davanti a tutti e viaggia a suon di record (cinque vittorie su 5 come i nerazzurri di Herrera 1966/67 e Mancini 2015/16) con Conte che diventa il primo allenatore al debutto sulla panchina nerazzurra a fare un filotto iniziale così lungo. Per il bel gioco, ripassare magari fra qualche tempo. Ora è sufficiente non prendere gol (ma troppe disattenzioni prima o poi potranno costare caro) e portare a casa i tre punti sfruttando una delle poche conclusioni a rete. La Lazio, che da queste parti negli ultimi anni ha sempre fatto bella figura (Coppa Italia compresa), esce dal campo a testa alta e forse a posteriori la scelta punitiva di Inzaghi di lasciar fuori Immobile, reo di una reazione scomposta al cambio subito domenica scorsa, si è rivelata poco felice. Anche se l'intento era quello di far capire alla squadra e al giocatore che atteggiamenti del genere sono poco graditi.

Squadre molto corte con moduli speculari, il 3-5-2 amato dai due tecnici. Gara bloccata e ritmo basso nei primi venti minuti, poi il cross di Birai pesca impreparato Jony e pronto alla rincorsa D'Ambrosio, che il gol forse l'avrebbe meritato nel derby e invece lo segna quattro giorni dopo. La Lazio a questo punto decide di svegliarsi e Correa inizia la sua personale battaglia (persa malamente) con Handanovic: bravissimo il portiere nella prima conclusione, impreciso il giocatore laziale nelle successive. Conte, che cambia qualcosina rispetto al derby di sabato, non riesce a spronare al meglio la sua Inter, ci Lukaku che ha voglia di cercare il gol ma trova un Acerbi quasi insuperabile.

Barella e Politano provano nella ripresa ad assicurare, nella stessa azione, il 2-archivierebbe la sfida, Strakosha è attento. L'ingresso di Immobile regala mobilità allla Lazio ma non più occasioni, l'Inter gestisce con Sensi e Lautaro in campo nel finale.

La quinta vittoria resta blindata in cassaforte nonostante qualche mischia di troppo in area nerazzurra, e in attesa di vedere un maggior minutaggio di Sanchez (ieri ingresso nel finale) il testa bassa e pedalare invocati da Conte a inizio stagione resta il refrain nerazzurro pur senza brillare.

Intanto la sfida con la Juve si avvicina e l'Inter vuole viverla da inseguitrice.

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