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L'Inter pensa in grande e Mancini sogna due esterni d'attacco

Il tecnico: squadra più cinica per la rimonta Mercato: speranza Cerci e Guarin in stand-by

Roberto Mancini
Roberto Mancini

dal nostro inviato ad Appiano G.

«Ci mancano due esterni di attacco che devono fare la differenza. Voglio un giocatore fortissimo, rapidissimo, di grande tecnica e faccia gol...». Non è l'identikit di Roberto Mancini player, bensì quello che vorrebbe Roberto Mancini coach, cioè allenatore dell'Inter. Una battuta per dirlo con un sorriso. Ma poi mica troppo. Questa pazza Inter che sembra pazza in tutto tranne nel talento dei giocatori, nell'estemporaneità dei suoi piedi buoni. Thohir e compagni di viaggio non potranno allontanarsi dalla foto calcistica, dalla pretesa che deve aver faccia somigliante a quella di Cerci. «A volte si può pescare qualcuno che non trova spazio nella propria squadra e che per sei mesi può diventare utile». Detto e per ora è stand by. Ma tanto serve per sognare e segnare. L'Inter pensa ancora in grande. Mancini non si scosta dal pensiero del primo giorno. «Questa squadra può arrivare alla Champions League. Era il suo obbiettivo di inizio stagione e lo sarà ancora. Fra qualche mese vedremo cosa ci dirà la classifica». Sognare si può, rischiare anche di più. Basta cominciare da stasera a San Siro.

L'Inter chiude il 2014 di campionato con un bel fardello di problemi e idee. C'è la Lazio ed è un grattacapo. Ha perso cinque partite. «Eppure qualcuna meritava di vincerla: sta giocando bene, attacca con tutti i giocatori». Al ritorno, il giorno dell'Epifania, ci sarà la Juventus e sarà anche peggio. «Ma battere la Lazio ci darà consapevolezza per riprendere meglio il campionato». E qui sta la sintesi dell'importanza della partita.

L'allenatore parla di Inter cinica, così come la vorrebbe. A differenza dei tempi del nevrotismo mazzarriano, il sorriso vaga tra una risposta e l'altra, condito di qualche battuta. Altra aria, in attesa di altro calcio. Mancini ci prova, ieri ha mandato tutti a casa, ritrovo questa mattina nell'albergo vicino a San Siro. Il suo calcio dice che «Hernanes e Kovacic possono giocare insieme perché sono giocatori di qualità. Basta usare la testa e fare attenzione alla fase difensiva. Oggi il brasiliano farà solo una parte di partita». Ma dice pure che se difesa e attacco non migliorano saranno guai. Per Vidic ci sono elogi ma non un posto in squadra. «La difesa sta migliorando, non voglio cambiarla. L'attacco ha bisogno di due esterni per aiutarlo a segnare più gol ed essere più cinico». Per Guarin ci sono elogi, posto in squadra e l'idea che non sia indispensabile venderlo. Il mercato, poi, potrebbe far cambiare idea.

Intanto questa è la squadra (manca Osvaldo: in Argentina per un lutto familiare) per finire e ricominciare, quando si parlerà di Juve. La solita lagna sugli scudetti è argomento che Mancini evita accuratamente: sempre. «Smettiamola, siamo felici del passato e con la coscienza a posto». Meglio dare una mano a Conte, che ora è ct in ruggine con la Signora. «Capisco le sue esigenze, ma sa bene che ci sono problemi di date. Comunque per qualche giorno i giocatori si possono concedere. Iniziare a metà agosto va benissimo: lo fanno tutti in Europa. Anche per dare una mano alle squadre che fanno i preliminari. Così ci sarebbe spazio per qualche turno infrasettimanale e qualche stage della nazionale. Ricordo l'epoca degli stages ai tempi di Sacchi, ma oggi si gioca più di allora».

Solo la Juve è rimasta immutabile: nel rapporto con i ct.

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