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L'Inter un rompicapo. Mancio senza difesa. Il mercato non basterà

L'Inter è un rompicapo. Mancini senza difesa. Il mercato basterà? Un Milan da alti e bassi è il vero rebus di Inzaghi

L'Inter un rompicapo. Mancio senza difesa. Il mercato non basterà

Non i santi e men che meno i difensori: nessuno che dia una mano all'Inter. Sant'Ambrogio, patrono milanese, nella festa del 7 dicembre era impegnato altrove, ma forse nemmeno lui avrebbe miracolato difensori e piedi storti nerazzurri. Mancini è già con umore border line, la squadra è border line per le voglie d'Europa. Cammino ancora lungo, ma l'Inter ha scoperto di essere mai attendibile: i gol dell'Udinese hanno fatto più danni di tanti altri. Se vinci, puoi chiudere la partita. Se, invece, ti perdi, ti fai infilare come un pollo significa che le teste non funzionano prima dei piedi, dei fattori fisici, dell'allenamento più o meno adeguato.

«In questo momento non siamo una squadra da primi tre posti, non siamo una grande squadra: dobbiamo saperlo. Sbagliamo troppo, dobbiamo lavorare di più, ascoltare il mister e provare a vincere le prossime partite». Analisi impietosa, ma realistica, di Mateo Kovacic, uno di quelli che si stanno rovinando la reputazione. Stavolta ha giocato nelle zone predilette del centrocampo, ma la mira era sghemba e alla lunga gli sono mancate personalità, intuizioni di gioco e atteggiamento da leader. Eppure Mancini se lo coccola, gli insegna trucchi del mestiere per il posizionamento e sul gioco, lo migliora in allenamento: sembra tornato ai tempi del suo primo Balotelli. Ma poi c'è l'Inter. E sono guai.

Da ben 57 anni Inter e Milan non si trovavano al mal comune di una classifica da comprimari: allora nerazzurri settimi, rossoneri al 16° posto. Qui la situazione è capovolta. Da 45 anni non capitava che, nel giorno di Sant'Ambrogio, le milanesi perdessero in coppia. Salvo giocarsela con un derby: vinto dal Milan nel 1975. «La situazione è disperata per entrambe», commento raggelante del presidente federale Tavecchio che ha l'Inter nel cuore e Milano negli interessi.

Sono tanti i gol subiti in campionato dai nerazzurri (21, quanti quelli segnati): solo 5 squadre ne hanno presi di più. Mancini ha già acquisito un difensore, ma come aiuto per la sua panchina (Sylvinho). Magari insegnerà il mestiere e renderà meno sprovveduti Dodò e Juan Jesus. Dodò ha la fifa addosso dopo gli infortuni del passato e non sa difendere. Juan Jesus deve ancora imparare i movimenti del difensore: se non migliora presto, meglio venderlo. Sui riflessi lenti di Ranocchia c'è poco da fare: difetto costituzionale. Mancio ha probabilmente scoperto che servirebbero quattro nuovi difensori. Magari potrebbe provare con Campagnaro e Vidic in coppia. Si sprecano sorrisini amari. Sarà uno dei reparti da rinforzare nel mercato. Il tecnico chiede un esterno e tutti pensano a Cerci che, a livello internazionale, non è gran cosa. Va bene per i nostri cortiletti. Monitorati pure Podolski e Campbell, in uscita dall'Arsenal, con differenti intenti. Più credibile puntare su Lucas Leiva (Liverpool) per piazzarlo davanti alla difesa.

Mancini sta cercando di cambiare il gioco, non basta cambiare il modulo. Finora raccolto di campionato magro: due sconfitte e un pari. Alcune valutazioni indicano la sua insoddisfazione: fragilità mentale, gente che sembra in balia di ogni bufera. Mancini vorrebbe più durezza nei contrasti, capacità di frenare gli avversari, calcio più propositivo e verticale rispetto a prima, quindi più fatica, corsa, capacità di andare in porta con tre passaggi. Qualcosa si è visto nel primo tempo di San Siro, giudicato uno dei migliori di quest'anno. Meglio non lasciarsi ingannare: l'Udinese non è gran cosa.

All'Inter non basterà spendere soldi sul mercato.

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