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L'Ital-jet a tutto gas Fill è 2° in discesa dopo il podio di Paris

Maria Rosa Quario

A lui di fare come Nico Rosberg non è proprio venuto in mente. Dopo aver toccato la vetta della montagna realizzando i sogni della vita di vincere la discesa di Kitzbühel e poi la coppa del mondo di specialità (primo italiano della storia a riuscirci) Peter Fill non ha mollato e che abbia intenzione di rilanciare si è visto ieri nella prima discesa della nuova stagione: secondo, battuto solo - per 26/100 - da un Kjetil Jansrud in forma spaziale, ma davanti ad uno Svindal sempre più eroico e per certi versi incredibile. L'Italia non scende dal podio, sono già sei da inizio stagione in nove gare, e valgono il primo posto nella classifica per nazioni davanti all'Austria. Dopo il super venerdì, Paris terzo in superG e la Goggia seconda nella rocambolesca discesa di Lake Louise, anche il sabato ha portato bene agli azzurri con il gran risultato di Fill, che comincia proprio come un anno fa, dal secondo posto. Ed è su una nuvola: «Felicissimo, sì, perché stavo bene ed ero tranquillo, ma in superG non mi ero piaciuto. In discesa invece ho avuto buone sensazioni e sentirsi scorrevoli e fluidi sugli sci è fondamentale per un discesista. Partire senza pressioni, poi, sapendo di aver già raggiunto il massimo, rende leggeri. Prevedo una grande sfida fra Italia e Norvegia, per ora sono davanti loro, ma adesso arrivano le gare italiane e vedremo di avvicinarli ancora di più». Già i norvegesi Impressionanti davvero, e se Jansrud in Val d'Isère ha festeggiato la doppietta, il più felice dopo la due giorni francese sembrava Svindal, tornato in pista con pochissimo allenamento vero nelle gambe e con il ginocchio, a detta dei medici, non del tutto guarito. «Il risultato del superG mi ha fatto di nuovo venire fame di vittorie e ieri arrivare quarto mi avrebbe dato fastidio» ha detto Aksel, il cui rientro al vertice è stato sicuramente facilitato dalle nuove regole sugli ordini di partenza: «Finalmente i migliori partono nelle migliori condizioni! Sarebbe come se in F1 i più forti venissero fatti partire oltre la sesta fila, per rendere lo spettacolo più interessante.

Dopo nove anni questa regola torna a renderci giustizia».

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