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L'Italia battuta dal Venezuela nello spareggio esce a testa alta

Roberto Gotta

Peggio di quattro anni fa, meglio di quattro anni fa. È il bilancio dell'Italia del baseball, eliminata ieri dal Venezuela nello spareggio per il passaggio alla seconda fase del Mondiale. Nel 2013 c'erano stati l'approdo al secondo turno, un paio di vittorie importanti e sconfitte risicate, questa volta si è ripetuto tutto ma con l'impressione che solo la collocazione in un girone tremendo abbia frenato il cammino azzurro. Vittoria in rimonta sul Messico, due sconfitte di un punto contro il Venezuela e solo uno scarto maggiore nel 3-9 contro Porto Rico, con gli azzurri che erano andati sul 3-1. Sempre sul pezzo, sempre pronti a rimediare anche ai difetti come quello di lanciatori di rilievo che più volte sono stati colpiti sul più bello.

Nello spareggio, Italia avanti 2-1 all'inizio dell'ultimo inning ma subito fuoricampo di Miguel Cabrera sul rilievo Mike DeMark per il pareggio, seguito da un singolo di Odor che è andato a 20 centimetri dall'essere un fuoricampo ma ha comunque portato a casa Solarte. Sul monte di lancio azzurro Florian al posto di DeMark ma senza grande esito, quando un perfetto bunt di sacrificio di Alcides Escobar ha permesso a Odor di segnare il 4-2. Alex Liddi con un fuoricampo solitario ha riaperto la questione nella parte bassa dell'inning, proseguendo una tradizione di combattività azzurra che si era già vista nel finale contro il Messico e lo stesso Venezuela, 48 ore prima. La rimonta però è finita lì e l'amarezza degli sconfitti, anche depurata della naturale tendenza al rammarico, è stata quella di chi era consapevole di poter passare il turno, e di avere messo in mostra una serie di giocatori che faranno parlare di sé anche al di fuori di appuntamenti come questo. John Andreoli ad esempio, che è nel roster dei Cubs e potrebbe prima o poi uscire dallo status di minor league, o Rob Segedin, che per la verità nei Dodgers ha anche già stabilito un record di battute valide al debutto.

Resta da vedere come sarà l'Italia dei prossimi Europei (2018) e del Premier12 del 2019 che porterà alle Olimpiadi di Tokyo, priva della maggioranza dei giocatori di crescita americana, e sarà compito del nuovo manager, probabilmente Mauro Mazzotti, che prenderà l'eredità, non lieve, di Marco Mazzieri, timoniere di due Europei vinti e di queste due buone prove al WBC.

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