Sport

L'Italia rosa ha un poker a portata di mano

L'Italdonne punta al poker in Fed Cup nella finale in programma oggi e domani sul centrale del Tennis club Cagliari contro la Russia in formato minore. In passato le azzurre vinsero la manifestazione nel 2006 (3-2 al Belgio a Charleroi), nel 2009 (4-0 agli Stati Uniti a Reggio Calabria) e nel 2010 (3-1 ancora agli Stati Uniti a San Diego). Finì invece con un cappotto della Russia la finale del 2007 a Mosca. Toccherà a Roberta Vinci aprire le danze alle 12,30 contro Alexandra Panova; a seguire Sara Errani se la vedrà con Irina Khromacheva, sorprendentemente preferita ad Alisa Kleybanova. Il giorno successivo si giocherà a ruoli invertiti. Poi l'eventuale doppio con Pennetta-Knapp in preallarme. Inutile parlare in campo avverso di numero 1 o 2 visto che la Panova e la Khromacheva occupano rispettivamente la 136ª e la 236ª posizione del ranking mondiale. A metà strada la Kleybanova precipitata in due anni e mezzo dal 20° al 183° posto per via d'un brutto male, il linfoma di Hodgkin, che ha avuto la forza e la fortuna di superare di slancio: a 24 anni ricomincia la scalata.
All'appello mancano le migliori 11 russe, in primis Maria Sharapova. Ma se la bella Masha è fuori per il cronico infortunio alla spalla, Kirilenko, Vesnina e Pavlyuchenkova hanno preferito partecipare al Master B di Sofia ritenendolo più interessante sotto il profilo mediatico ed economico. Con loro poteva esserci la Vinci che invece ha dimostrato una volta di più quanto tiene alla maglia azzurra. A loro volta Dushevina e Gavrilova sono volate a Nanjing dove non hanno superato neanche il primo turno. In soldoni la Russia, vittoriosa in 4 finali su 9, si presenta con le riserve delle riserve aumentando la pressione di Errani e Vinci che, Sharapova a parte, vantano comunque una classifica migliore di tutte le altre russe.
Premesso che gli assenti hanno sempre torto, la colpa di questa situazione è tutta della Wta che non protegge a sufficienza la finale di Fed Cup così come fa l'Atp con l'atto conclusivo di Coppa Davis. Assurdo mettere contemporaneamente in calendario il ben più ricco Master B o consentire lo svolgimento di altri tornei minori come quelli di Nanjing e Taipei. La finale di Fed Cup non deve avere concorrenza per evitare di farle perdere lustro e deprimere le scelte di chi risponde puntualmente alle convocazioni in nazionale e di chi, come la Vinci, ha fatto una scelta di cuore. Al presidente Binaghi, sempre più ascoltato in ambito internazionale, il compito di fare pulizia nel calendario.

Anche a costo di rendere più difficile il compito dell'Italdonne che nel tempo ha fatto vittime illustri e merita di specchiarsi a tutto tondo nel nuovo trofeo.

Commenti