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È l'Italia di super Chiesa. Ribaltato il tabù Spagna. Si può pensare in grande

Il viola con una doppietta rimonta il gioiello di Ceballos. Pellegrini, tris su rigore. Zaniolo ko

È l'Italia di super Chiesa. Ribaltato il tabù Spagna. Si può pensare in grande

Bologna Altro che sedicesimo di finale, per dirla alla Di Biagio: il 3-1 dell'Italia sulla Spagna è sembrato una finale vera e propria, specialmente nei primi 35 minuti, in cui agonismo, estro, botte e tensione sono stati gli ingredienti di una ricetta di gusto profondo, in una serata che ha confermato la bontà della scelta di Bologna, stadio pieno e voglia di calcio brillante e futuribile.

Come sempre più piace a Uefa e Fifa, un pubblico da ola, quasi più di appassionati da primo piano tv che di tifosi, composto, giovane, non infuocato durante il gioco ma risvegliatosi dopo i due gol di Federico Chiesa, specialmente il secondo nato al 64' da un'intuizione di Orsolini, che con un tocco ha scavalcato la difesa spagnola servendo in area Cutrone. Dal tiro al volo del milanista, un po' pretenzioso e colpito male, è nato un rimpallo che alla fine ha fatto arrivare la palla all'attaccante della Fiorentina, che era arrivato dal lato debole e ha messo sotto la traversa di piatto.

Chiesa aveva segnato al 36' il gol che aveva salvato la partita dopo il dominio spagnolo della prima mezz'ora, ricevendo sulla fascia sinistra uno stupendo passaggio di 35 metri di Barella, controllandolo alla grande e infilandolo sul primo palo, avendo forse scorto il portiere Simon troppo lontano dalla linea di porta. I primi minuti degli ospiti, come si è detto, erano stati uno spettacolo di tecnica e rapidità negli spazi stretti: non solo il gol di Ceballos, bravissimo ad allontanare il pallone col destro dalla custodia di Barella e a infilare di destro a giro all'incrocio alla sinistra di Meret, ma colpi di tacco, sovrapposizioni, triangolazioni, occupazioni di spazi prima che gli spazi apparissero, mettendo in grande difficoltà gli azzurri, forse nervosi e di conseguenza fallosi.

Il loro merito alla fine è stato quello di non subire altre reti, in momenti in cui gli spagnoli si smarcavano in ogni maniera e gettavano loro in faccia un'apparente superiorità tecnica e dinamica. Il pareggio di Chiesa però, improvviso e splendido nella nascita e nello sviluppo, ha interrotto il flusso degli ospiti, e dopo la botta dell'infortunio di Zaniolo, sostituito proprio da Orsolini, il divario è parso inferiore e soprattutto l'Italia ha saputo sfruttare meglio le pochissime occasioni, pur mostrando minori capacità di palleggio. Solo 2 minuti prima del secondo gol di Chiesa, ad esempio, gli spagnoli avevano cercato di entrare in porta con una rapidissima accelerazione, ma Soler pur trovandosi la palla sul piede preferito, il destro, non aveva scelto il tiro da distanza favorevole, cercando un assist in spazi troppo ristretti.

Dopo il secondo gol di Chiesa de la Fuente ha messo dentro Pablo Fornals, il centrocampista offensivo appena passato al West Ham, che si è sistemato qualche metro più avanti del collega, per unirsi a Ceballos e creare pericolo e spunti dietro a Mayoral in un 4-3-2-1. Una sorta di messaggio, ricevuto da Di Biagio, che ha chiesto maggiore compattezza ai centrocampisti contando su ripartenze: su una di queste è arrivato il fallo di Soler su Pellegrini che ha portato al rigore (assegnato dall'arbitro grazie allo schermo Var) che ha chiuso la partita. Ora la Polonia, che ha battuto il Belgio per 3-2 in rimonta nell'altra partita del girone (prima sorpresa del torneo), e se non sarà più un sedicesimo facciamo almeno finta che sia un ottavo di finale.

Ci sta.

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