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L'Italvolley ci ha illuso ma solo il pubblico ha vinto il Mondiale

Vanni Zagnoli

Torino Non viviamo di solo calcio, o di motori, ma per una volta anche di volley. I 3 milioni e 665mila spettatori dell'altra sera, su Rai2, per Italia-Polonia, rappresentano una laurea per la pallavolo italiana, peccato sia mancata la nazionale. Quinta, davanti alla Russia, ma il problema sono i 4 set strapersi di fila, come se avessimo perso al mondiale dalla Germania per 4-0, ecco, anzichè portarla ai rigori, come agli Europei con Antonio Conte.

Il bilancio della manifestazione è eccellente, con 9 milioni bene investiti dalla federazione, con sponsor felici, condivisi magari con legavolley e con le agenzie di marketing. Sabato a Perugia ci sarà la supercoppa, poi il campionato. Per chi ha il doppio incarico è un inferno. «Non si stacca mai, 12 mesi di filato, vacanze pochissime», sospira Nikola Grbic, ct della Serbia e allenatore di Verona. In serie A ci sono le solite 4, ovvero Perugia e Civitanova, Modena e Trento, mentre nei pochi che contano del mondiale c'è un bel turnover. Il turnover, ecco, è mancato a Blengini. Ha insistito molto sui titolari, Randazzo meritava una chance da vice Juantorena, considerato che il cubano spesso gioca da fermo. Non meritava di chiudere così, quei 4 punti con la Serbia offuscano l'immagine del campione che è stato a Trento. «Lascio la nazionale - conferma a caldo - spazio ai giovani».

Zaytsev e molti azzurri, invece, tireranno diritto per Tokyo, in dubbio ci sono i liberi Colaci, classe '85, e Rossini, '86, gli altri possono restare. Candellaro proverà a rubare il posto ad Anzani, accanto a Mazzone, il migliore, assieme a Giannelli. Lo zar resta: «Se non mi fanno fuori». Ha ragione su una cosa: «Si gioca troppo, adesso i club riprenderanno a rompere». Già, pagano, Zaytsev è uomo da un milione di euro, fra Modena e sponsor, ma non ha respiro. Per carità, parla come una rockstar: «Ciao Torino», ha detto per spiegare la sconfitta, e giù applausi. «Ma siamo logori, tante partite, viaggi nel mondo per la Nations league, poi si gioca male, lo spettacolo magari non è all'altezza. E colleghi ci rimettono i crociati». Chicco Blengini non ce l'ha fatta. «Siamo larghi, mondiale da 7. Da 8 sino alla Serbia», dice Zaytsev.

Intanto il Brasile (3-0 alla Serbia che ci ha di fatto eliminati) è la prima finalista.

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