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L'oligarca anti-Putin che ha messo le taglie sui militanti filorussi

L'oligarca anti-Putin che ha messo le taglie sui militanti filorussi

Tempi duri in Ucraina per gli oligarchi. Serhiy Kurchenko, boss del Metalist Kahrkiv, si è dato alla macchia dopo la caduta del premier Yushenko, la Ue gli ha congelato i conti all'estero e la squadra è rimasta senza un soldo. Rinat Akhmetov, proprietario dello Shakhtar Donetsk, si sta ritagliando un ruolo di pacificatore dell'Ucraina, mentre la sua squadra è migrata a Lviv (Leopoli) e a Donetsk piovono bombe sulla Donbass Arena. Igor Kolomoyskyi invece non arretra di un millimetro, forte della sua netta presa di posizione anti-Putin. «Abbiamo cacciato uno schizofrenico (Yushenko, ndr )», ha detto dopo essere stato nominato governatore dell'Oblast di Dnipropetrovsk, «ci troviamo minacciati da un nano ancora più schizofrenico». Banchiere di origini ebraiche, Kolomoyskyi è così potente da essere contemporaneamente proprietario di un club, il Dnipro, e sponsor di uno dei principali rivali, la Dinamo Kiev. Kolomoyskyi ha messo delle taglie sui militanti pro-Russia e ha finanziato gruppi militari nella zona di Dnipro, tanto che la Russia ha chiesto all'Interpol di emettere un mandato di cattura internazionale per crimini contro la popolazione civile.

La squadra del Dnipro ha sempre rispecchiato la filosofia del suo patron: mentre le rivali imbottivano le loro rose di stranieri, il Dnipro ha sempre mantenuto una base ucraina. Giocatori prodotti dal vivaio come l'esterno Yevhen Konoplyanka, tre volte miglior calciatore ucraino, e per il quale in estate Kolomoyskyi ha rifiutato 20 milioni di euro dal Liverpool. Poi ci sono l'ex Shakhtar Yevhen Seleznyov o l'ex Dinamo Kiev Roman Zozulya, quest'ultimo un torello in attacco che ricorda Wayne Rooney. In panchina non c'è più lo spagnolo Juande Ramos, il tecnico che lo scorso anno ha centrato quel secondo posto che in casa Dnipro mancava da 20 anni, ma che a giugno non ha rinnovato su pressione della famiglia.

Così anche la panchina, affidata a Miron Markevich, è tornata ucraina.

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