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Il "Lombardia" rilancia Nibali ma certifica la rosa di Carapaz

Vincenzo attacca sulle «sue» strade e stacca uno sfortunato Roglic: «Ma questo ecuadoriano fa sul serio»

Il "Lombardia" rilancia Nibali ma certifica la rosa di Carapaz

Como «Forse abbiamo sbagliato: sia io che Roglic». L'ammissione è di Vincenzo Nibali, che dopo aver lottato come un leone anche ieri sulle strade del Lombardia di maggio, si rende conto che forse questo ecuadoriano in rosa non è lì per caso, e non è nemmeno qui per fare del folclore. Richard Carapaz è forse il più temibile degli avversari, il più in palla di tutti quando si tratta di mulinare i pedali in salita, e anche quando affronta pianura o discesa è tra i migliori in assoluto.

«Forse abbiamo sbagliato». Che è un po' come quando Titti dice perplessa: «Mi è semblato di vedere un gatto». E Carapaz un gatto lo è per davvero: in salita come in discesa. Non molla la presa e si muove veloce come un felino. In piano va come la Locomotora del Carchi: una locomotiva. Non a caso lo chiamano così dalle sue parti.

Ieri quando Vincenzo si scatena in cima al Civiglio e si butta giù a tomba aperta in discesa, tutti pagano qualcosa, anche l'ecuadoriano, che poi però sul piano rientra potente sul siciliano. «Oggi è stata una giornata molto dura. Alla fine della seconda settimana le energie sono quelle che sono, per tutti, a parte per Damiano. Gli scappa la gamba, devo tenerlo a freno» racconta complimentandosi con il compagno Caruso, con lui ospite del Processo alla tappa. Poi torna a parlare dell'ecuadoriano in rosa. «Abbiamo lasciato troppo spazio a Carapaz (tappa di Courmayeur, ndr), è stato un errore mio ma soprattutto di Roglic, che in gara mi ha fatto uno di quegli scherzetti che si facevano da allievi, quando non volevi tirare, non ho mai visto fare certe azioni tra i professionisti Comunque quel che è fatto è fatto».

La 15ª tappa da Ivrea a Como (km 232) finisce però all'abruzzese Dario Cataldo che sul traguardo batte in volata Mattia Cattaneo, al termine di una fuga solitaria di oltre 200 chilometri. Per Cataldo si tratta della quinta vittoria in carriera; l'ultima volta si era imposto nella quarta tappa della Settimana internazionale Coppi e Bartali nel 2014.

Ma il protagonista di giornata, come detto, è stato Vincenzo Nibali, autore di un attacco sul Civiglio e poi grandissimo in discesa, fino al sesto posto finale, mentre Roglic ha vissuto la giornata più difficile con una foratura e una caduta. Nibali ha guadagnato 40 sullo sloveno, che ora ha 1'00 di vantaggio sul siciliano. Resta in rosa Carapaz che ha 47 su Roglic e 1'47 su Nibali.

Oggi il Giro riposa, e da domani si torna a salire. Quella che doveva essere la tappa del Mortirolo e del Gavia, sarà solo la tappa del Mortirolo. Tappa decapitata per questioni di neve e maltempo. Il percorso alternativo prevede una salita inedita per la corsa rosa, quella di Cevo, che sarà affrontata da Cedegolo per poi scendere verso Edolo, Aprica dalla parte dura (passando cioè in paese), Mazzo e Mortirolo. La 16ª tappa cambia così in modo sostanziale. Il chilometraggio totale sarà di 194 km con un dislivello di 4.800 metri. Però, come ha spiegato Nibali, «senza il Gavia, (a 2.

618 metri, ndr), non sarà la stessa cosa».

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