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LONDRA 2012

È la prassi, un film già visto: da una parte le istituzioni sgomente e sorprese, dall'altra lui: Alex Schwazer, trovato positivo all'epo con il sospetto di essere «allenato» dal medico-preparatore più discusso del mondo: Michele Ferrari.
Il Coni, la Federazione, i compagni tutti increduli e indignati. Lui, che si carica di colpe, che dice «ho preso questa disgraziata iniziativa a metà luglio, ho comprato il doping sul internet». Non so se sia vero quanto dice, non so neppure se sia vero quanto dicono gli altri. Ma non sta qui il punto. Schwazer può essere anche un baro «fai da te»: è possibile. Ma il Coni, la grande mamma dello sport italiano che tutto può e tutto dispone, non può uscirne da stupenda.
Dell'inchiesta Michele Ferrari, il grande medico-preparatore inibito nel 2002, ma mai inserito in un casellario giudiziario che indichi con chiarezza che è infrequentabile, sappiamo da tempo. Tutto ruota attorno all'ex fuoriclasse americano Lance Armstrong, il trionfatore di sette Tour de France che da sempre dal discusso medico italiano. Anche il nome di Schwazer compare nelle carte di uno dei filoni dell'inchiesta che la procura di Padova sta conducendo sul doping nello sport. Lo sa bene il pm Benedetto Roberti, che dalla Procura di Padova guida l'indagine internazionale nata a luglio 2010 all'Interpol di Lione. Gli americani puntavano Armstrong e di Ferrari sapevano pochissimo. Ma quando hanno capito gli intrecci che legavano il dottore al ciclismo e allo sport internazionale, hanno buttato sul tavolo tutto il loro peso.
Le ramificazioni internazionali del sistema con a capo Michele Ferrari genererebbero un fatturato di circa 15 milioni di euro. Ferrari punto nodale dell'inchiesta. Un centinaio di clienti che si avvalgono delle esperienze di questo genio del male. Filippo Pozzato, ex tricolore, vincitore di una Sanremo, è finito qualche settimana fa nei pasticci per un articolo di Repubblica che ha reso nota una intercettazione ambientale nel qualche il corridore vicentino ammetteva la sua frequentazione con Ferrari. Il corridore azzurro, non ancora giudicato (lo sarà l'11 settembre) è stato fermato (formalmente l'hanno consigliato ad autosospendersi) saltando di fatto le Olimpiadi di Londra. «È il miglior preparatore che ci sia in circolazione», ha detto senza tanti giri di parole il vicentino al capo della Procura Ettore Torri. «È vero, l'ho frequentato, ma nessuno ha mai detto con precisione che Ferrari fosse inibito. Nel casellario della Federciclismo e del Coni non risulta niente e poi una inibizione è a tempo, altrimenti sarebbe radiazione».
Vizi, cavilli, che valgono solo per il ciclismo. Pozzato fermo, gli altri - perché ce ne sono molti, moltissimi altri - a correre e a gareggiare. Roberti è in possesso da tempo di una lista dei clienti di Michele Ferrari. Tra questi dovrebbe - il condizionale è d'obbligo - esserci anche Schwazer. Ma la solerte Procura antidoping del Coni, diretta dal Ettore Torri, non ha mosso un solo dito per entrare in possesso di questa lista. In altre occasioni si è andata a prendere le prove anche in Spagna (caso Basso e Scarponi). Ma il sospetto è che sappiano perfettamente che entrando in possesso di questa benedetta lista, tante sarebbero le sorprese.

E al Coni, queste sorprese, non piacciono neanche un po'.

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