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Lotito fa scoppiare il pallone italiano

«Beretta conta zero. Con Carpi e Frosinone in A chi paga i diritti tv?» Governo, Coni e Tavecchio lo censurano

Una telefonata allunga la vita, recita un famoso adagio. Ma una telefonata può farti finire nella bufera, specie se il protagonista di tale conversazione è uno vulcanico come Claudio Lotito. Che al cellulare (si vanta sempre di avere cinque utenze) trascorre gran parte della sua giornata.

Stavolta l'audio di un colloquio privato tra il patron della Lazio e il dg dell'Ischia (Lega Pro) Pino Iodice finisce su Repubblica grazie al dirigente campano. «Lotito fa pressioni: l'Ischia deve sostenere il suo programma o non avremo contributi», difende la sua scelta Iodice.

Nella conversazione, Lotito parla a ruota libera di un Carpi o di un Frosinone dannoso in A per una questione di diritti tv («ho detto ad Abodi che se mi porta su dalla B queste squadre, tra due o tre anni non avremo più una lira, grazie alla mia bravura abbiamo portato a 1,2 miliardi gli introiti, sono riuscito a mettere d'accordo Sky e Mediaset»), di Beretta e Macalli presidenti senza poteri, del capo degli arbitri Nicchi in maniera critica, di un anticipo di cassa della Lega di A all'ex serie C in caso di accordi tra i club della terza serie. «Ci sono altre telefonate che attestano le minacce di Lotito nei miei confronti, se Beretta, Tavecchio, Abodi e Macalli hanno un minimo di senso del pudore dovrebbero immediatamente dimettersi», attacca Iodice. Sullo sfondo la battaglia tra sostenitori e oppositori di Macalli tra le società di Lega Pro.

Il presidente laziale cerca di tamponare la bufera prima della riunione di Lega: «Sono stato frainteso, non ho fatto pressioni nè ho detto che comando io, ho solo spiegato un programma. Questo è un sistema che non regge Carpi e Frosinone, a chi vendo i diritti con loro che hanno al massimo duemila spettatori? Il sistema richiede una riduzione a 18 squadre per ciascun campionato, se continua così salta. Beretta? Ho detto che conta zero perchè è organo di garanzia, le decisioni spettano ai presidenti. E se Abodi attacca il sistema, non va bene: anche perchè dovrebbe dire se non è vero che spesso mi telefona per alchimie finanziarie...». Poi la stoccata a Iodice: «Leggete il suo curriculum: Nocerina, Pro Patria e Taranto fallite... Porterà sfiga?».

La Procura della federcalcio valuta l'apertura di un'inchiesta, il sottosegretario con delega allo sport Delrio parla di «calcio da cambiare, questa telefonata delude tutti quelli che credono in uno sport sano», il presidente del Coni Malagò ritiene «le parole di Lotito incaute e che rischiano di gettare discredito sul mondo del calcio, fermo restando il metodo scorretto di portare alla luce un colloquio privato». E una bacchettata arriva anche dal numero uno di via Allegri Tavecchio, della cui elezione in Figc Lotito è stato il «deus ex machina»: «La federcalcio è garante della regolarità dei campionati, i passaggi di categoria sono decisi dai risultati del campo e solo da quelli, altre considerazioni sono inaccettabili». «Curioso come nel momento in cui la Premier League annuncia un incremento sostanziale dei diritti tv, un individuo stia provando a prendersi i meriti dell'accordo sui diritti televisivi italiani», il commento ironico del patron della Roma Pallotta.

Ai Lotito-show eravamo abituati: dalla lite con Marotta con tanto di minacce di querele a quella con i giornalisti passando per lo sfogo all'Olimpico contro gli arbitri, con tanto di richiesta di «sorteggio integrale» che ha fatto arrabbiare Nicchi e far dissociare Tavecchio. Fino alla recente battuta sugli odiati cugini della Roma: «Se vincono lo scudetto, lascio la Lazio...». Dal caos Lega Pro alla riforma dei campionati, il calcio si è impantanato in litigiosità improduttive. E Lotito non è altro che il megafono di tutte le magagne del nostro football.

Che ne parli in pubblico o in privato.

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