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Magnini rompe il silenzio dopo la squalifica: ''Deluso dalla Pellegrini, non mi ha difeso''

Il nuotatore parla dell'ex fidanzata dopo la conferma della squalfica per doping: ''Non mi ha difeso, anche lei veniva dal dottor Porcellini''

Magnini rompe il silenzio dopo la squalifica: ''Deluso dalla Pellegrini, non mi ha difeso''

Filippo Magnini non ci sta e passa l'attacco dopo la conferma della squalifica per quattro anni, comminata dal tribunale nazionale antidoping dello scorso 15 maggio.

''Sono stati i due anni più brutti e duri della mia vita ma allo stesso tempo i più belli grazie a Giorgia (Palmas, la compagna attuale, ndr)'', sono le prime parole del nuotatore pesarese che ha deciso di commentare la sentenza del Tna.

L'ex iridato prova ad evidenziare le incongruenze della sentenza di primo grado e quella d'appello: ''Prima mi hanno squalificato per tentata assunzione di Gh e per aver pensato di fare un controllo di laboratorio per testare la sostanza, poi per tentata assunzione di una sostanza illecita non specificata e per aver pensato a un controllo delle urine. Insomma, sono state cambiate le carte in tavola per arrivare allo stesso risultato. Del famoso bonifico da 1200 euro a favore di Porcellini non c’è traccia, di tutti i famosi ''pacchi'' dei suoi clienti c’è sempre il destinatario, mentre il mio nome non appare mai''.

Profonda amarezza quando ricorda che il primo incontro con Porcellini risale al 2013 e con lui c’era l’allora fidanzata Federica Pellegrini, che per almeno un anno seguì il regime alimentare del nutrizionista pesarese: ''Mi fa strano che Federica non abbia mai pronunciato una parola a mia difesa, o una qualche parola su tutta questa vicenda, ma ognuno fa le sue scelte e ognuno decide cosa è meglio fare. Il dubbio più grosso è come mai un procuratore non senta la persona che in quegli anni era la mia compagna, con la quale convivevo. Avevamo un rapporto professionale con la stessa squadra, anche lei era seguita dal dottor Porcellini. Sono sicuro che avrebbe confermato il fatto che il dottor Porcellini non ha mai proposto o dato integratori illeciti agli atleti''.

Terminato l'iter della giustizia sportiva italiana, Magnini ha tempo fino a metà giugno per rivolgersi al Tas di Losanna ma non nasconde i suoi dubbi: ''Questa storia mi sta uccidendo dentro, voglio tornare a girare a testa alta. Ma fare ricorso al Tas comporta un notevole sforzo economico. E in ogni caso ci vorrebbe almeno un altro anno e mezzo. Non lo nego, avevo accarezzato l’idea di tornare a nuotare, ma così non sarà possibile''. E in fondo resta sempre lo stesso pensiero nella mente: ''Perché questo accanimento contro un innocente? Non me lo so spiegare. E mi porterò questo tarlo per tutta la vita''.

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