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"Sic, manchi come l'aria...". La lettera commovente di papà Simoncelli

Undici anni dopo la morte del figlio Marco, Paolo Simoncelli si ritrova a Sepang lo stesso giorno di quella terribile tragedia

"Sic, manchi come l'aria...". La lettera commovente di papà Simoncelli
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Pensieri e parole dedicate a Marco Simoncelli. Non era mai accaduto da allora che il GP di Malesia cadesse proprio il 23 ottobre. Una coincidenza che tocca il cuore di Paolo Simoncelli, il papà di Marco e lo riporta inevitabilmente indietro di 11 anni, a quel maledetto secondo giro in cui Sic perse la vita. Papà Simoncelli è a Sepang da giorni con la sua squadra di Moto3 ma non può fingere che sia un weekend come gli altri. Non il 23 ottobre, non su quel circuito. Con grande coraggio ha parlato del suo stato d'animo con una lettera alla Repubblica.

La lettera

Cercare di raccontarvi Marco in poche parole è come chiedere a Reinhold Messner di scalare tutti i quattordici Ottomila, le montagne da ottomila metri del mondo, in un giorno solo. Vi scrivo da un circuito che si chiama SIC, che ironia della sorte, non porta questo nome così perché è stato dedicato a mio figlio ma perché è l'abbreviativo di Sepang International Circuit, da molti anni tappa fissa del motomondiale. Io vi scrivo proprio dalla Malesia perché, come i più appassionati sapranno, dal 2012 gestisco un team in Moto3. Per molti la Malesia è terra di sole e di mare, dove il clima umido sprigiona questo inconfondibile odore di vacanze. Per me è inconfondibile tanto quanto lo sono le emozioni che mi legano a questo posto, a questo circuito che tanto mi ha regalato e tanto tolto.

Il bello che mi ha dato questo circuito: correva l'anno 2008 e il 19 ottobre un ricciolone tagliava il traguardo e si laureava Campione del mondo nella classe 250. Il brutto è storia nota. Quest'anno il 23 ottobre cade di nuovo di domenica e la gara si disputa su questa stessa pista. La Sic58 squadra corse, così si chiama il nostro team, sfilerà come sempre, con orgoglio, con i colori che erano di Marco. Se sono ancora in questo mondo nonostante sia una faticaccia, tra le più belle per carità, è perché il suo ricordo sia più forte del tempo che passa. Se sono ancora qui dopo undici anni, nonostante tutte le difficoltà, è perché lui è vivo dentro di noi, che lo ricordiamo come meglio sappiamo fare: correndo. Mi è stato chiesto: "Paolo, hai voglia di scrivere di Marco per Repubblica?". Mi sarebbero bastate nove semplici parole: Manchi Come L'Aria Marco, no anzi di più.

Cosa accadde quel giorno

Il 23 ottobre del 2011 fu una data triste per il motociclismo. Quel giorno Marco Simoncelli morì sul circuito di Sepang. Il pilota della Honda fu vittima di un tragico e sfortunato incidente al secondo giro della gara. Scivolò all’esterno di una curva, rientrando però all’interno, invece di proseguire la sua caduta nell’erba. Dinamica inusuale, causata dalla ruota posteriore della sua moto che riprese aderenza cambiandone direzione. Sic si ritrovò così sulla traiettoria di chi lo seguiva da vicino. Tra questi Colin Edwards e l’amico Valentino Rossi che non riuscirono a evitarlo. Travolto dalle loro MotoGp rimase a terra esanime, senza casco.

Fu subito chiara la gravità di quanto era successo. Marco arrivò al centro medico del circuito in arresto cardiocircolatorio. Alle 16.56 ne fu decretato il decesso in seguito al trauma interno, riportato insieme alla frattura delle vertebre cervicali. Quella stessa data, il 23 ottobre, potrebbe assumere una nuova valenza domenica, quando Pecco Bagnaia potrebbe vincere il suo primo mondiale in MotoGp. Il pilota italiano ha 14 punti di vantaggio su Quartararo. L’Italia non vince un mondiale in MotoGp dal 2009, con Valentino Rossi.

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