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Il Mancio: "Quel dito in Inghilterra non lo avrei alzato"

"Perché là i tifosi non ti insultano...". Ma è allo sbando come la sua Inter: le scuse, lo stop di una giornata, la multa e l'accusa di essere sgarbato in tv

Il Mancio: "Quel dito in Inghilterra non lo avrei alzato"

Una giornata di squalifica e un'ammenda di 5mila euro per espressioni ingiuriose verso gli arbitri, poi un epiteto sempre ingiurioso rivolto al quarto uomo e un gestaccio ai tifosi rossoneri che lo insultavano. Si è preso dell'ipocrita dalla tifoseria partenopea che lo ha abbondantemente dileggiato sui social, anche una bacchettata dall'Ordine dei Giornalisti per essersi rivolto con parole scortesi e offensive nei confronti della giornalista Mikaela Calcagno. Per non fargli mancare niente è arrivato anche un simpatico Tapiro d'oro: «In Inghilterra non avrei fatto quel gesto, perché non avrei subito gli insulti dai tifosi». Roberto Mancini c'è dentro fino al collo. Si è preso le sue colpe, ha ammesso di aver mostrato l'indice dopo l'espulsione mentre scendeva nello spogliatoio e ha anche ribadito di non pentirsi di niente, non solo della formazione che ha messo in campo contro il Milan ma anche delle sue reazioni. Si scusa, ma dopo un incontro acceso con se stesso, sa che le rifarebbe. Subito dopo la diretta con la Calcagno, un dirigente nerazzurro gli ha rimproverato il comportamento un po' esagerato: «Hai ragione», l'immediata risposta del Mancio.È alla terza espulsione di questa stagione, aveva perso la pazienza durante Bologna-Inter per l'espulsione di Felipe Melo, tradito nel finale da una espressione labiale verso Banti. L'episodio del San Paolo è recente: «Cosa hai detto? Cosa hai detto...?». Espulso.C'è qualcosa che gira al contrario nella sua testa, lo sa anche lui, Malagò gli ha ricordato che il suo lavoro lo mette quotidianamente sotto i riflettori e dovrebbe comportarsi di conseguenza. In un mese l'Inter ha gettato tutti i crediti e il vantaggio che aveva guadagnato, Mancini nel giro di un mese ha dato l'assist a tutti i benpensanti che affollano il mondo del football. Qui da noi ce n'è un buon affollamento, solo posti in piedi, ma è altrettanto vero che per iniziare a tamponare servono esempi.La conduttrice si è tradita quando, sempre in diretta, ha ammesso di porre domande che le suggeriscono per tenere fresca la trasmissione, e non è una notizia. Lo è invece tutto quanto è uscito a corredo: Mancini stanco che avrebbe già deciso di lasciare a giugno, Icardi sul mercato nell'ultimo giorno di trattative. Il Mancio è stanco, non occorre essere dei bravi dottori per vederlo, ma Thohir che chiama Josè Mourinho è una forzatura quanto Icardi in vendita nelle ultime 24 ore che avrebbe fallito apposta il rigore. Reazioni societarie? Zero. Un whatsapp ha negato ci fosse una riunione di mercato ad Appiano fra ds e tecnico, tutto qui. E così l'arbitraggio allampanato di Damato è passato in secondo piano, la svista su Donnarumma e il secondo giallo per Alex, detto senza inficiare il largo successo rossonero: «L'arbitro ha fatto il suo lavoro - ha detto Juan Jesus -. Siamo noi che abbiamo perso».Meglio ignorare le dichiarazioni dei dirigenti: «So come se ne esce, giù la testa e lavorare», rilasciate a caso, si può mettere davanti il cognome che si desidera. Banale anche l'incontro fra i cinque capi della Nord con Mancini e alcuni giocatori. Hanno chiesto di metterci un po' di orgoglio, volevano sentirsi promettere che verrà fatto. Delusi e sgonfi pure loro. Icardi pare sia rimasto a bordo della sua automobile, ieri su twitter ha citato l'ex presidente Massimo Moratti con un messaggio d'amore verso i tifosi e verso l'Inter. Adesso c'è Verona, mercoledì il Chievo, domenica l'Hellas, l'Inter è a un punto dalla Champions league.

Se non si trattasse di calcio, verrebbe da ridere.

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