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Mancio-Inter è divorzio bis. I cinesi ripartono da De Boer

Le divergenze sul rinnovo e il cappotto col Tottenham fanno precipitare la situazione: addio questione di ore

Mancio-Inter è divorzio bis. I cinesi ripartono da De Boer

Poteva essere un lungo addio, rischia di diventare un divorzio breve. Le ultime da Appiano Gentile parlano di un Roberto Mancini sempre più lontano dall'Inter: la situazione è precipitata, da ieri gli avvocati del tecnico e della società stanno lavorando per trovare un accordo sulla buonuscita. Perché continuare insieme a questo punto è impossibile, i mal di pancia delle ultime settimane hanno lasciato il segno e il rapporto non è più ricomponibile.

Ma al di là delle uscite pubbliche quello del tecnico è un malessere che viene da lontano, e più precisamente dal momento in cui ha saputo dai giornali che Erick Thohir aveva deciso di cedere la società. Mancini ha sempre inteso il proprio ruolo secondo canoni inglesi, pretendendo di orientare le decisioni del club come un manager, ed essere stato tenuto all'oscuro di un passaggio così importante l'ha vissuto come uno smacco. Dopodiché le prospettive non sono certo migliorate con l'ingresso di Suning. La nuova proprietà ha un'idea di gestione molto lontana da quella del Mancio: si punta sui giovani e l'allenatore deve fare solo l'allenatore. Giocatori come Yaya Touré che ha 33 anni e ha un ingaggio da paperone non rientrano nel progetto dei cinesi, laddove Mancini è convinto che solo con campioni pronti subito si possa colmare il gap che divide l'Inter non solo dalla Juve, ma anche dalla Roma e dal Napoli. Due visioni opposte, insomma, per nulla conciliabili.

L'acquisto di Candreva e l'assalto a Gabigol avevano dato l'illusione di riportare un minimo di serenità, ma poi i sei gol incassati dal Tottenham - che sommati ai quattro presi dal Bayern in America fanno dieci nelle ultime due amichevoli - probabilmente hanno fatto traboccare il vaso. La preoccupazione per una stagione che prenderà il via tra meno di tre settimane e che sarebbe stata vissuta da separati in casa ha preso il sopravvento.

A questo punto è solo una questione di soldi, di trovare un punto d'incontro per dirsi addio. Mancini ha un altro anno di contratto che all'Inter costerebbe dieci milioni lordi, per rescinderlo ne chiede un paio mentre il club ne offre uno. La tempistica del divorzio dipenderà da quanto ci vorrà a mettere d'accordo le parti. Nel frattempo il ds Ausilio dovrebbe già aver trovato il sostituto, che non sarà Leonardo (non risultano contatti col brasiliano) bensì l'olandese Frank De Boer. Quarantasei anni, di cui gli ultimi sei trascorsi alla guida dell'Ajax (da cui si è separato consensualmente a maggio), De Boer viene considerato il profilo ideale per un progetto basato sulla valorizzazione di calciatori giovani e di qualità, nonché su un gioco brillante e d'attacco. Proprio quello che Mancini è stato sempre meno in grado di proporre andando avanti nella sua pur luminosa carriera.

E così, a distanza di otto anni, in casa nerazzurra va in onda il déja-vu. Allora fu Moratti a perdere la pazienza e a cacciare Mancini facendogli pagare lo sfogo a caldo dopo l'eliminazione dalla Champions, e pure stavolta lo jesino ci rimetterà la panchina per non aver saputo nascondere i propri malumori.

L'unica differenza, semmai, è che a raccogliere il testimone non c'è un Mourinho.

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