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Max, nessuno come lui: 14ª vittoria stagionale. Superati Schumi e Vettel

La Red Bull delle polemiche e del budget cap violato non ha rivali: domina Verstappen

Max, nessuno come lui: 14ª vittoria stagionale. Superati Schumi e Vettel

Max Verstappen non fa sconti a nessuno. Si prende anche il Messico e il record di vittorie nella stessa stagione. Con il 14° successo (su 20 gare) sorpassa Schumacher e Vettel e resta solo con il suo casco dorato con tanto di diamanti incastonati. A casa Perez è volato via in partenza, poi ha gestito la gara su Hamilton che prima del cambio gomme gli era incollato ad ingombrargli gli specchietti, poi quando è passato sulle gomme dure ha visto allontanarsi l'olandese. «Mi avete montato le gomme sbagliate», la sua lamentela via radio. Avrebbe voluto rischiare con le morbide, ma cambiando al 29° giro il rischio di non farcela ad arrivare in fondo era elevato.

Fateci caso, ma negli ultimi gran premi chi parte di fianco a Max sbaglia la partenza. È capitato ai ferraristi in più di un'occasione, è successo anche a Russell che scattava in prima fila, ma dopo due curve era già quarto, dietro a Hamilton e Perez. Sarà un caso, ma sta capitando tutte le domeniche. Max non sbaglia più, neppure in un Gran premio dove negli ultimi quattro anni chi scattava in pole poi non ha visto neppure il podio.

La peggior Ferrari della stagione non è mai riuscita a mettere il muso in zona podio. Neppure la scelta aggressiva di montare gomme morbide al via (come le Red Bull, ma non come le Mercedes scattate sulle Pirelli medie), le rosse non hanno mai trovato un ritmo decente, riuscendo solo a saltare davanti a Bottas. Dopo sette giri Leclerc aveva già più di 10 da Verstappen. Bandiera bianca. Resa evidente. Anche Sainz, pur davanti a Charles, non ha mai trovato il passo giusto per entrare in gioco. Sainz ha chiuso a 58 da Max e Leclerc a 68.

Distacchi da scorso anno. Eppure prima del via Binotto era stato fiducioso. «In gara andrà meglio che in qualifica», aveva detto collegato da Maranello con Sky. L'impressione è che la Ferrari abbia privilegiato l'affidabilità su una pista in altura che la penalizzava più degli avversari (ricordate la rottura del turbo di Sainz in Austria).

Lo stesso Charles ha detto che in qualifica gli è mancata la spinta del motore. Un indizio preciso. Leclerc è stato così scavalcato da Perez al secondo posto, mentre la Mercedes ha guadagnato 13 punti sulla Ferrari tra i Costruttori arrivando a 40 lunghezze a due gare (più la gara sprint brasiliana) del campionato.

Un obbiettivo minimo da difendere, ma almeno lascia un senso ad un campionato chiuso da tempo dall'imbarazzante superiorità della Red Bull.

E non diamo tutta la colpa allo sforamento nel budget cap.

Ordine d'arrivo: 1. Verstappen (Ola) Red Bull 1h38.36.729; 2. Hamilton (Gbr) Mercedes a 15''186; 3. Perez (Mes) Red Bull 18''097; 4. Russell (Gbr) Mercedes; 5. Sainz (Spa) Ferrari 58''123; 6. Leclerc (Mon) Ferrari 1'08''774; 7. Ricciardo (Aus) McLaren; 8. Ocon (Fra) Alpine; 9. Norris (Gbr) McLaren; 10.

Bottas (Fin) Alfa Romeo.

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