Sport

Con Mercedes ad Amatrice per riportare la normalità

Meta del test la città che vuole ripartire. La sosta al «nuovo» Roma tra i piatti della cucina locale

Cesare Gasparri Zezza

Amatrice (Rieti) La prova della nuova Classe X, il pick-up middle size di Mercedes, comincia da Roma. Una giornata autunnale come tante. Traffico impazzito sul Grande raccordo anulare, colonnina di mercurio appena sotto i 10° e un fronte nuvoloso imponente all'orizzonte, così denso da nascondere tutto il massiccio montuoso del Reatino. Percorsi pochi chilometri, il convoglio dei giornalisti si ritrova a viaggiare pressoché in solitudine sulla Salaria, la consolare che dal tempo degli antichi romani unisce la Capitale con Ascoli Piceno, passando per Rieti e Amatrice. All'altezza del bivio per Fara Sabina, una pioggerellina decide di unirsi al gruppo che sta procedendo a velocità costante. Qualcuno, si aiuta impostando il Tempomat per evitare di incappare in uno dei tanti Autovelox di cui è disseminata la strada.

La carovana è composta da una decina di Classe X, nelle due motorizzazioni a gasolio: 220d 4matic da 163 cc (30.310 euro più Iva nella versione Pure) e 250d 4matic da 190 cv; e nei tre allestimenti Pure, Progressive e Power. Per il 2018, Mercedes inserirà anche la 350d 4matic alimentata da un 3.0 V6 da 250 cv. A bordo si viaggia comodamente. Gli interni eleganti e funzionali, in classico stile Mercedes, sono stati disegnati dal Centro stile di Como. Non mancano i tanti sistemi di ausilio alla guida, quello telematico Mercedes Me, il Comand Online, per essere sempre connessi e il touchpad multifunzionale dell'infotainment.

Lasciamo la consolare addentrandoci su strade locali verso il percorso che dovrebbe far conoscere le qualità dell'X nell'offroad. Durante la sosta, in attesa della scorta del Soccorso alpino, ne approfittiamo per studiare l'esterno di questo veicolo. Le linee esterne richiamano fortemente gli stilemi delle auto della Casa di Stoccarda: dai fari, incassati nei parafanghi alla mascherina del radiatore a due lamelle dove campeggia il logo della Stella.

Lungo 5,340 mm, il pick-up che sfrutta la piattaforma realizzata insieme a Nissan, è in grado di sostenere un carico utile di 1,1 tonnellate e di sviluppare una forza di trazione di 3,5 t. Guadi, sterrati, fango, la X, si destreggia bene nell'offroad anche senza dover inserire le ridotte. Lasciato il bosco, all'improvviso, sulla nostra destra, il primo rudere. La casa è sventrata, il muro di cinta è devastato e il cancello della proprietà è in parte sollevato. Uno scenario di guerra. Questa volta, però, la mano di tale distruzione non è dell'uomo, ma della natura. Era il 24 agosto del 2016 quando la terra si mise a tremare portando morte e distruzione nel Centro Italia. Le zone di Amatrice, Norcia e Accumoli, furono quelle che pagarono il conto più alto. Avevano promesso una rapida ricostruzione, invece, mentre passiamo accanto alla camionetta dell'Esercito, l'enorme cumulo di macerie è ancora lì.

Da una zona di desolazione e morte a una di aggregazione passano pochi metri. Il tempo di passare una curva e leggiamo la parola «ristoranti». Parcheggiate le vetture, raggiungiamo il capannone «Roma», qui è stata ricostruita la cucina di quello che in passato era l'hotel storico della città reatina. Al «nuovo» Roma, come nei capannoni vicini, tante donne e uomini del posto sono alla ricerca della normalità.

Qui si sfornano i piatti più buoni della tradizione locale e romana: amatriciana, carbonara e gricia, salcicce e arrosticini. Amatrice, vuole rinascere.

Ai forestieri, che arrivano per gustare i sapori della tradizione, offre lo stesso sorriso e l'ospitalità di sempre.

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