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Il mese nero dell'Inter Il Mancio per risalire ora si aggrappa a Eder

Dopo il Capodanno nel Qatar i nerazzurri sono rimasti nel deserto Serve un uomo d'ordine a centrocampo ma, ceduto Guarin, arriva una punta

Il mese nero dell'Inter Il Mancio per risalire ora si aggrappa a Eder

«Mamma ho perso la squadra». È la locandina del gennaio da incubo dell'Inter. Il crollo allo Juventus Stadium ha certificato l'involuzione di una formazione che in quaranta giorni, considerando il ko contro la Lazio prima di Natale, rischia di vanificare quanto di buono fatto nella prima parte della stagione. Film drammatico in sette puntate: due vittorie (a Empoli con un tiro; in coppa con il Napoli-due), due pareggi, tre sconfitte. Meno di un gol segnato a gara.I quaranta giorni dell'Inter nascono proprio nel deserto, in quel Qatar dove i nerazzurri hanno trascorso il mini ritiro invernale con l'amichevole persa contro il Psg. E alla vigilia del derby ci sta il paragone con la crisi del Milan dell'anno scorso: addirittura Inzaghi fece il colpo con il Real Madrid, prima di sprofondare al ritorno in Europa. Adesso il caldo ha riempito di tossine i muscoli e annebbiato le idee a Icardi e compagni. L'Inter è come rimasta in Qatar, un letargo più che un té nel deserto. Una squadra smarrita, appunto. Persa la testa della classifica in campionato, compromessa la coppa Italia. Una caduta libera dove c'è un po' di tutto. Il ritiro, ma non solo. Il primo calo fisico, e forse restare alla Pinetina a Capodanno avrebbe aiutato a limitarlo, ha smascherato i difetti della squadra. La difesa ha mostrato le prime crepe con Murillo. Proprio ora che se n'è andato il capro espiatorio di tutti gli svarioni passati, Ranocchia (in uscita anche Santon verso la Premier). Poi i difetti di costruzione di una rosa che ha evidenti lacune in quel centrocampo che ha perso una sua anima, quel Guarin che due anni fa fu fermato sulla Milano-Torino a furor di popolo, ed ora è volato in Cina. Anche il colombiano si intreccia con il derby, perché decise quello di andata con una fucilata delle sue. Visto che contro la Juve in coppa Mancini ha schierato tre mediani puri (Medel, Felipe Melo e Kondogbia) all'Inter sono così sicuri che non avrebbe fatto ancora comodo il Guaro? Il sacrificio è spiegabile con esigenze di bilancio. Ma i soldi sono stati in parte reinvestiti su Eder (accordo con la Samp anche su Soriano per giugno e sempre a giugno arriverà Banega dal Siviglia), un attaccante, dove invece la priorità sarebbe dovuta essere per un uomo d'ordine. La riprova in coppa dove per intravedere un'idea di gioco nell'Inter, sarebbe servito un grande sforzo di immaginazione. Una mediana dove i 40 milioni per Kondogbia finora si sono rivelati un insulto se paragonati a quelli investiti dalla Juve per Dybala.«Abbiamo fatto la partita che volevamo», ha detto Mancini dopo il tre a zero. Senza fare un tiro in porta, a parte il colpo di testa di Murillo con parata di Neto. In sei mesi non si è ancora usciti dall'incompatibilità Icardi-Jovetic, o meglio la soluzione è: o uno o l'altro. Adesso per curare la sterilità offensiva dell'Inter, conclamata anche quando tutto andava bene, con quella striscia di uno a zero, arriva Eder. Tutto fatto, la Samp deve chiudere per il sostituto (Quagliarella?), poi l'ufficialità. Quindi subito l'allenamento perché il Mancio vorrebbe schierarlo contro il Milan (alla Mourinho con Sneijder).

Proprio il derby nel momento più difficile è un'arma a doppio taglio: un ko spalancherebbe il baratro, un successo raddrizzerebbe in extremis il gennaio nerazzurro da dimenticare.

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