Calcio

Messi nel nome di Diego non fa piangere la sua amata Argentina

Prima il gol che sblocca, poi l'assist del raddoppio di Fernandez. Leo come Maradona a quota 8 reti

Leo Messi ed Enzo Fernandez festeggiano
Leo Messi ed Enzo Fernandez festeggiano

L'Argentina rialza la testa ai Mondiali 2022. Dopo il clamoroso passo falso con l'Arabia Saudita all'esordio, la squadra di Scaloni batte 2-0 il Messico e vede gli ottavi. Con tanta aggressività e poca precisione, al Lusail Stadium il primo tempo si chiude senza tiri in porta dell'Albiceleste, Lautaro sparito, non lo trovavano, neanche lo cercavano, forse era dal barbiere, chissà, Di Maria peggio, solita menata, ne salta tre o quattro poi morto, parte a destra, poi va a sinistra, torna a destra, confusione come tutto il resto.

Nella ripresa il gol di Messi, posizione centrale, dieci metri fuori area, stop di sinistro, collo pieno, palla filo d'erba, Ochoa si allunga e non la prende. Un minuto dopo la sostituzione di Lautaro e poi quella di Di Maria, come se si fosse sbloccato, come se si fosse reso conto che ora era veramente solo come tutti dicevano, e l'Argentina è improvvisamente diventata una squadra dopo un primo tempo vergognoso, poi il 2-0 di Fernandez, 2-0 sacrosanto.

Un lampo di Messi e una magia di Fernandez in una gara complicata e sofferta. Il Messico era sull'amaca, quando la palla si avvicinava alla sua trequarti tiravano fuori i mobili, le sedie, i letti per alzare la barricata ma non ce n'era bisogno. Al netto delle giocate di Leo che hanno acceso la luce e scacciato la paura dopo un'ora di gioco, l'Albiceleste non c'era, zero segnali, solo un colpo di testa di Lautaro al 41', alto, ridicolo. Ma il Messico i suoi errori li ha fatti, troppo chiuso e prudente, un solo tiro in porta su punizione di Vega che Martinez ha parato a due mani. Non si giocava, continui falli, interruzioni, quello che voleva Tata Martinez, quello che non voleva Scaloni, contrasti duri e appoggi sbagliati. Un gioco sporco da tutte e due le parti che favoriva il bunker messicano e disinnescava il tasso tecnico argentino. Eppure dopo soli due minuti Messi era passato in mezzo a due messicani come succede solo nei cartoni animati dando l'idea che fosse tonico e letale, poi come se il fumettista si fosse dimenticato di disegnarlo nuovamente, sparito, fino al colpo del genio, quel sinistro che nessuno si sarebbe azzardato a scagliare da quella distanza, una magia a giro.

Rete che chiude i conti e rilancia l'Argentina, l'ottavo è a un passo, senza mani de Dios, adesso basta.

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