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Il Milan butta anche la coppa Italia

Colpo Lazio: Correa regala la finale a Inzaghi. Rossoneri lenti e senza idee, altro flop

Il Milan butta anche la coppa Italia

Milano La Lazio domina il Milan a San Siro e vola in finale di Coppa Italia. Una partita a senso unico per lunghi tratti condanna Gennaro Gattuso che era andato al «rischiatutto» con una rivoluzione che alla fine non ha portato niente se non confusione. Scelte che alla fine potrebbero pesare sul futuro dell'allenatore rossonero, mentre Simone Inzaghi non inventa niente e tornerà a giocarsi la coppa nazionale all'Olimpico. Una Lazio che ha messo all'angolo i rossoneri che praticamente non hanno mai tirato in porta. A perdere non è solo il Milan, ma in qualche modo anche il pallone perché nonostante la linea dura dettata da Federcalcio e Lega Calcio, non sfrutta l'occasione per mandare un segnale contro il razzismo, per sospendere una volta la partita. Invece ci si limita a un paio di richiami dello speaker, fini a se stessi.

Eppure i tifosi della Lazio ne avevano date di opportunità in un primo tempo finito diretto negli archivi per le poche emozioni sul campo. Perché di buono da salvare c'è poco o nulla. Di sicuro non la curva laziale: dagli ululati al coro ad personam per Bakayoko, intonato già nei dintorni di San Siro. Non si procede solamente perché la vergogna non è udibile nitidamente. In campo lo spettacolo non è all'altezza di una partita che regala la finale di Coppa Italia. E non paga la rivoluzione tattica e di uomini imposta da Gattuso per dare una scossa al suo Milan. Fuori i fedelissimi come Rodriguez e l'influenzato Calhanoglu per passare alla difesa a tre con l'esordiente sul suolo nazionale Caldara, dopo l'apparizione con il Dudelange a settembre. I rossoneri faticano a trovare il bandolo della matassa, Kessie sbaglia e Laxalt è un flop, mentre la pistola di Piatek non ha nemmeno una munizione. Si fatica a capire come il Milan possa portare pericoli e non ha nemmeno la bava alla bocca come chiesto da Gattuso che a un certo punto solleva di peso Laxalt rimasto a terra. Infatti crea occasioni solo su palle sporche con Calabria (bravo Strakosha) e Suso (tiraccio a lato). La Lazio appare più squadra, magari anche perché Inzaghi la schiera identica a quella vista fin qui in campionato due settimane fa e dà l'impressione di poter creare pericoli in ogni momento. Il primo tiro vero è di Immobile che per il resto fa una gara di grande sacrificio, Bastos in mischia mette i brividi a Reina che è super nel chiudere lo specchio a Correa prima dell'intervallo. Si va negli spogliatoi pari nel risultato e negli infortuni: Inzaghi perde Milinkovic Savic (caviglia ko, dentro Parolo), Gattuso rinuncia a Calabria (problema muscolare, ecco Conti).

Si riprende come si era finito con il Milan che sbanda, tenuto in piedi dal suo portiere bravo su Leiva e Correa. Bakayoko canta e porta la croce, mentre Gattuso corre ai ripari con Calhanoglu al posto del fantasma di Castillejo. Ma subito dopo la Lazio trova il meritato vantaggio. Un contropiede letale partendo da un calcio d'angolo del Milan che si fa ribaltare con tre passaggi (film già visto contro l'Udinese): Immobile rifinisce per Correa che infila Reina sotto le gambe. L'argentino è il migliore in campo, mentre la mossa della disperazione di Gattuso è Cutrone per Caldara. Il baby se non altro è avvelenato, segna anche se in fuorigioco. La Lazio ha la colpa di non piazzare il colpo del ko. Unica imperfezione in una partita in cui merita ampiamente la finale di Coppa Italia costruita passando da San Siro dove prima ha eliminato l'Inter e adesso il Milan. Per Gattuso è un fallimento che solo il quarto posto può salvare, ma la brutta squadra di ieri sera deve ritrovarsi in fretta per centrare quella Champions che salverebbe l'allenatore (forse) e farebbe felice la società più di un trofeo in bacheca.

La triste verità.

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