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Il Milan è fuori dall'Europa Così può costruire il futuro

Niente Europa League ma accordo tombale sul passato e bilancio in pari entro il 2022. Ora rincorsa Champions

Il Milan è fuori dall'Europa Così può costruire il futuro

I l Milan è ufficialmente fuori dalla prossima Europa league. Ma non è una cattiva notizia. Anzi. È la premessa indispensabile per risalire la china dalla montagna di debiti (126 milioni) lasciata dalla proprietà cinese (Fassone e Mirabelli il ticket alla guida del club) nel luglio del 2018 e preparare il faticoso rilancio. Il Tas di Losanna, chiamato in causa dalla stessa Uefa preoccupata dinanzi al ricorso dei legali di Elliott, ha predisposto un consent award, posizione condivisa tra le parti, patteggiamento si chiama dalle nostre parti, tra il Milan e l'ente calcistico europeo, chiamato adesso a renderlo esecutivo. Il lodo arbitrale transattivo targato Losanna, per andare al sodo, prevede due linee guida. La prima, di natura strettamente calcistica, è la seguente: Milan escluso dall'Europa league, con la Roma che da sesta scala di un posto e partecipa al torneo senza passare dai preliminari che spettano invece al Torino (arrivato settimo in classifica) e chiamato tra il 25 luglio e il 1 agosto a guadagnarsi sul campo l'accesso alla coppa contro la vincente tra Debrecen e Kukesi. Perciò il team granata ha anticipato al 4 luglio il proprio raduno. Cairo e Mazzarri che friggevano per l'attesa erano già sulla notizia da un paio di giorni (l'accordo è stato completato tra lunedì e martedì scorsi).

La seconda, invece di natura amministrativa, riguarda esclusivamente il club rossonero: in cambio della perdita secca dell'Europa league (stimata in 20-25 milioni a stagione), il Milan può contare sulla chiusura tombale del contenzioso relativo ai due trienni passati (2014-2017 e 2015-2018) aprendo la strada, per il prossimo triennio, a un settlement agreement, come già accaduto con l'Inter, che prevederà tra l'altro lo spostamento al giugno del 2022 del termine perentorio entro il quale il bilancio dovrà registrare il pareggio (al massimo è consentito meno 30 milioni) rispetto al precedente dispositivo della camera giudicante che aveva invece fissato al 2021 il termine ultimo aggiungendo una multa da 12 milioni più la riduzione della rosa Uefa a 21 unità.

Da qualunque lato lo si giudichi, si tratta di un provvedimento che ha del positivo per il futuro del FFP e per lo stesso Milan. Riconosce infatti, in modo solenne, che le colpe del precedente azionista non possono ricadere su quello successivo in modo da tarpargli le ali nel rilancio del club stesso. I vantaggi più evidenti, per il Milan poi, sono almeno tre: 1) accordo tombale sulle precedenti infrazioni; 2) senza Europa league può concentrarsi nella conquista di un posto in Champions per la prossima stagione; 3) ha meno vincoli sul calcio-mercato che non è certo iniziato con i fuochi d'artificio ma con un paio di operazioni (Krunic e Theo Hernandez) di basso profilo e di ridotto impatto finanziario e dove potrà realizzare, senza fretta, qualche plusvalenza (cessione di Donnarumma) che dimezzerebbe subito il passivo già previsto per giugno 2019 tra 80 e 100 milioni. Il merito, come accade in complicati e sofisticati contenziosi, è della diplomazia messa in campo. Il Milan ha schierato, oltre alla batteria di legali specializzati, dapprima l'ad Ivan Gazidis che ha fatto parte della commissione fair play finanziario a Nyon e poi in corsa si è avvalso del contributo di Boban, appena passato sotto le insegne rossonere dalla Fifa, dove tra l'altro in tempi non sospetti espose la sua contrarietà alla rigida applicazione delle sanzioni.

Per questo motivo, nella nota con cui ha commentato la decisione del Tas, il Milan non ha stappato lo champagne pur se, sotto sotto, la soddisfazione è apparsa evidente.

Gazidis ha promesso «il massimo impegno a riportare il Milan dove merita» sostenendo che la sanzione ricevuta «è uno stimolo» a compiere altri sforzi «per rientrare nei parametri Uefa consolidando la competitività» che è un obiettivo difficilmente conciliabile: ci vorrà un'impresa per risanare i conti con qualche sacrificio e nello stesso tempo riportare il Milan all'antico splendore. Dovessero riuscirci, in così breve periodo, gli attuali manager, Gazidis sul bilancio, Maldini e Boban sul fronte squadra, avrebbero fatto qualcosa più di un miracolo!

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