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Milan, i cinesi hanno un nome

Ma il regalo lo fa Berlusconi. Il patron accetta una valutazione inferiore del club a patto di 400 milioni investiti in 3 anni sul mercato

Milan, i cinesi hanno un nome

Eccoli, finalmente. Grazie a bloomerg.com, informata e accreditata agenzia americana, sono usciti i primi nomi degli esponenti del fondo cinese candidato ad acquistare il Milan. Da maggio, quando fu concessa l'esclusiva per la trattativa, le fonti ufficiali, Fininvest insomma, per la prima volta non ha commentato la notizia, segno che si tratta della pista giusta.

Il capo della cordata è Steven Zheng, uomo d'affari cinese, con interessi nell'energia solare, lo stesso ambito in cui è impegnato Nicolas Gangikoff, advisor della trattativa con Galatioto, prossimo ad del club rossonero e attualmente gemello di Galliani nella gestione delle scelte tecniche del Milan. Al suo fianco Sonny Wu esponente di punta del private equity Gsr Capital, società che opera nel settore delle energie rinnovabili e dell'illuminazione. Wu ha sviluppato un'attività per forniture a macchine elettriche e in passato è stato protagonista di una scalata da 2,8 miliardi di dollari alla Phillips Lumileds fallita per l'opposizione del governo Usa. Di recente la Gsr Capital ha messo insieme un fondo da 5 miliardi per investimenti da realizzare fuori dalla Cina. Sono soltanto i primi nomi, altri saranno resi noti appena ci sarà la firma del preliminare.

Disponendo di notizie provenienti da una fonte attendibile, la stessa agenzia ha inoltre confermato le dimensioni economiche dell'affare: il Milan è stato valutato 750 milioni, debiti (240 milioni) compresi, e la firma del preliminare entro il 31 luglio prevede il passaggio dell'intero pacchetto d'azioni Fininvest (il 99,09%) al fondo cinese. A garanzia dell'operazione, la prossima settimana, ci sarà un primo versamento di 15 milioni più uno successivo di 85 milioni: costituiranno il famoso gruzzolo di 100 milioni per formare la cauzione nel caso di mancata conclusione dell'affare i cui tempi si concluderanno tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre. A Sonny Wu è stata attribuita una sola frase, la seguente: "Vogliamo stabilire una partnership a livello globale con Silvio Berlusconi". Segno anche questo del clima di grande rispetto nei confronti del protagonista assoluto dei successi del Milan negli ultimi 30 anni.

Si vende, dunque. La decisione è presa e non si tornerà più indietro. Il ruolo di presidente onorario (senza limiti di tempo) è come noto molto gradito al presidente il quale lo manterrà nell'intento di sorvegliare che il patto sottoscritto dalle parti per il futuro del club sia rispettato. Come si sa bene la cessione del Milan (500 milioni più i 240 di debiti presso le banche) è considerata da Silvio Berlusconi una cifra ben al di sotto del valore del brand. In cambio ha ripetutamente affermato d'aver chiesto al fondo l'impegno a investire nel potenziamento della squadra la cifra di 400 milioni (distribuita nei prossimi 3 anni). "È l'ultimo regalo fatto al mio grande amore chiamato Milan" la frase ripetuta ancora in queste ore ai suoi più stretti collaboratori.

È presumibile perciò che durante l'attuale sessione di mercato che segnerà il passaggio da una proprietà all'altra, si proceda con interventi mirati ma non di grandissimo appeal, non arriveranno insomma top player per intendersi anche nel rispetto degli accordi sottoscritti nei mesi scorsi con l'Uefa in materia di financial fair play.

Da gennaio 2017, quando il fondo cinese sarà a pieno titolo in carica e avrà anche designato la propria governance (con il passaggio del 100% delle azioni Barbara Berlusconi lascerà il Milan mentre Galliani concorderà con Berlusconi il proprio ruolo, si parla di un incarico in Fininvest; di sicuro alcune figure di stampo milanista dovranno far parte del prossimo cda che non potrà essere di esclusiva estrazione cinese), allora sarà possibile intervenire con maggiore disponibilità.

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