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Un Milan da incubo vede il baratro

Gli errori choc dei rossoneri rilanciano la Roma: Pioli a 3 punti dalla zona retrocessione

Un Milan da incubo vede il baratro

Quel po' di Milan ammirato contro il Lecce, si è già sgonfiato ed è addirittura sparito dal campionato. Piegato dalla Roma piena di cerotti e di stanchezza, capace di trasformare in oro zecchino gli errori in sequenza commessi dai rossoneri, sprofonda in classifica e imbocca la strada di una crisi al buio, senza una via d'uscita. Se alla fine, pagelle alla mano, si possono e si devono salvare solo due su 14, cioè Donnarumma (che ha salvato in più occasioni la patria) e Theo Hernandez (autore del momentaneo pari, spina nel fianco dello schieramento romanista), si riesce a cogliere in modo plastico il deficit inquietante di questo Milan che non può prendersela con nessuno se non con sé stesso, oltre che con chi ha allestito questa squadra e ha scelto il primo allenatore, cambiandolo dopo sette turni convinto d'aver costruito «una squadra più forte di quella dello scorso anno». Quella di Gattuso, in verità, ha avuto da mostrare poco calcio geometrico ma di sicuro ha lucidato temperamento e organizzazione che non sono qualità di secondo piano. Prendete la sfida di ieri all'Olimpico: il Milan ha perso su angolo tutti i duelli aerei, prima Kessiè, poi Calabria, hanno regalato ai romanisti la possibilità di chiudere i conti in largo anticipo rispetto allo stretto 2 a 1 finale. E non è nemmeno una questione di vecchi e nuovi perché tutti sono stati coinvolti nella serie più incredibile di sfondoni. Ha cominciato Conti, appena finita la benzina. Calabria al suo posto ha fatto anche peggio. Ha sbagliato Biglia e come lui Bennacer, il rimpiazzo. Per dimenticare l'inconsistente Suso cui Pioli ha tentato di modificare la mattonella accentrandolo per far sgabbiare in avanti Paquetà. Provvedimento tattico che ha solo contribuito a confondere le idee del gruppo. Di questo passo, 1 punto in 2 gare della nuova gestione, il Milan comincia a correre qualche rischio gravissimo perché non si colgono segnali di correzione della rotta tragica verso la bassa classifica.

La Roma è l'altra faccia della medaglia rispetto al Milan. Una squadra con tutti gli attributi e con esponenti di qualità (Dzeko, Zaniolo, lo stesso Pastore recuperato a livelli ottimi) pronti a offrire ogni risorsa pur di vincere la partita che l'ha rilanciata. Ha giocato giovedì in Europa league, Zaniolo si è arreso solo ai crampi, e quando si è trovato in zona gol ha castigato Donnarumma. Ha un leader la Roma, si chiama Dzeko. Nonostante la maschera, ha preso a martellare il Milan, rifilandogli, di testa il quarto sigillo. Quando lo incontra si trasforma in un cecchino infallibile. Ha sbagliato meno la Roma, pur avendo mezza squadra fuori per infortunio. Non solo. Dalla panchina ha tirato fuori un paio di giovanotti, come Antonucci e il turco Cetin, lasciando di stucco Florenzi, segno di una vitalità anche delle seconde linee. Cosa che il Milan non può certo avere.

Dietro i 14 schierati ieri sera, c'è il vuoto pneumatico.

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