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Il mistero Gabriel: fenomeno o pacco? Per ora Gabi(un)gol

Per la tifoseria è già un idolo a dispetto dei pochi minuti giocati e del solo gol all'attivo

Il mistero Gabriel: fenomeno o pacco? Per ora Gabi(un)gol

Nello stadio di Bologna dove Ronaldo segnò il primo gol della sua carriera italiana, Gabriel Barbosa Almeida, in arte Gabigol, ha rotto il ghiaccio regalando 3 punti pesanti all'Inter. Solo una coincidenza? O il segno di qualcosa di più importante? Al momento il paragone è irriverente. Ronaldo arrivò a Milano da campione consacrato. Allora, era l'estate del 1997, Moratti sborsò 48 miliardi di vecchie lire per regalarsi uno dei più grandi goleador della storia. Nello scorso agosto, la nuova dirigenza dell'Inter ha investito 29 milioni di euro pur di avere subito Gabriel Barbosa che ha vinto per due volte il campionato paulista e a Rio s'è laureato campione olimpico, ma che non è un fuoriclasse. O almeno non ancora. Un atto di fede ben presto trasformatosi in qualcosa di misterioso. Mai in formazione, ultimo del suo reparto. Immediata la domanda: possibile che sto' Barbosa sia così scarso da restare sempre ai margini sia con De Boer sia con Pioli? Il fisico non si discute, è quello d'un calciatore fatto e finito. Altrettanto le qualità tecniche, basta osservarne i fondamentali. È grande anche la voglia di sfondare. E allora, perché gli sono stati sempre preferiti Eder e Palacio che non hanno mai entusiasmato? «Deve maturare», la risposta tanto banale quanto semplice. Qualche giorno fa Moratti disse addirittura che l'Inter aveva preso il Gabriel sbagliato riferendosi a Gabriel Jesus, di un anno più giovane, finito al Manchester City.

Il ragazzo non s'è perso d'animo neanche quando si beccò un'ammonizione pochi istanti dopo essere entrato in campo a Reggio Emilia con il Sassuolo. Con tanto di facili ironie sui social. Ed eccolo firmare a Bologna il suo primo acuto: niente di spettacolare, solo un preciso tap-in sul cross di D'Ambrosio. Ma lui s'è fatto trovare puntuale all'appuntamento, a differenza di Eder e Palacio, capaci di sbagliare l'indicibile. Per la tifoseria è già un idolo a dispetto dei pochi minuti giocati e del solo gol all'attivo. Un fenomeno curioso e particolare allo stesso tempo pensando all'insofferenza del popolo interista che niente perdona. Con lui il «senso comune» di manzoniana memoria ha prevalso sul «buon senso». E giù applausi alla prima corsa di riscaldamento. Gabriel Barbosa non potrà mai dire di essere rimasto solo con se stesso.

E ora? Contro la Roma tornerà in panchina per far posto a Icardi che ha scontato la squalifica. Ma Pioli, in caso di bisogno, ci penserà due volte prima di preferirgli qualche altro attaccante.

La gerarchia è cambiata, forse.

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